In memoria di Syd Barrett, il diamante pazzo dei Pink Floyd

In memoria di Syd Barrett, il diamante pazzo dei Pink Floyd

La storia e alcune curiosità su Syd Barrett, il fondatore dei Pink Floyd: la malattia, i quadri, la morte di un genio della musica.

Come Syd Barrett ce ne sono stati pochi, forse nessuno. Il primo leader dei Pink Floyd è stato un personaggio straordinario, nel bene e nel male, al di là dei meriti artistici. Un uomo tanto geniale quanto fragile, un diamante pazzo, come definito dai suoi ex colleghi, che in poco tempo ha regalato al mondo della musica un lascito straordinario. Ripercorriamo insieme la storia della sua vita.

Chi era Syd Barrett: la biografia

La storia di Syd Barrett è una storia particolarmente triste. Nato a Cambridge il 6 gennaio 1946 sotto il segno del Capricorno, Roger Keith Barrett era il quarto di cinque figli. Dotato di grande talento fin da bambino, alla musica preferì fino ai 14 anni la pittura e la scrittura. Era in particolare portato per la creazione di giochi di parole e altri espedienti letterari.

Chitarra

Quando in lui iniziò a crescere la passione per la musica, i suoi artisti di riferimento diventarono Bo Diddley, gli Shadows e Buddy Holly. Iniziò a suonare con due amici, tra cui un batterista di nome Sid Barrett. Per distinguersi dal compagno, Roger decise di sostituire la ‘i’ del suo soprannome con la ‘y’.

Nel 1961 accaddero tre avvenimenti che segnarono per sempre la mente del giovane Syd: iniziò una relazione con una ragazza di nome Libby, comprò la sua prima chitarra elettrica e vide morire il padre Max. Cominciò in quegli anni a frequentare un ragazzo di nome Roger Waters, che suonava il basso. Senza abbandonare la scrittura, Syd iniziò a scrivere canzoni e a dipingere.

Di lì a poco nacque l’epopea dei Pink Floyd, un gruppo che vedeva al suo interno due colleghi di Waters, Richard Wright e Nick Mason. Lo stile compositivo di Barrett, influenzato da artisti come i Mothers of Invention o i Byrds, si allontanò pian piano dal blues. Fin dai primi concerti il talento immaginifico di Syd rubò la scena, catturando l’attenzione del pubblico e di diversi impresari, che intravidero il grande potenziale della band.

Dopo la pubblicazione del primo singolo, Arnold Layne, del 1967, i tempi erano maturi per l’incisione del primo long playing, The Piper at the Gates of Dawn. Ma lavorare con Syd, per i produttori e anche per gli altri membri del gruppo, iniziava a essere duro. La massiccia assunzione di droghe come l’LSD, la cannabis e morfina unita a molto alcol, stava rendendo la mente dell’artista sempre più lontana dalla realtà.

I suoi comportamenti iniziarono ad andare al di là del comprensibile. Tanto per fare un esempio, durante i concerti non era raro vederlo allontanarsi dal resto della band, sedersi accanto a un amplificatore, scordare la chitarra e agitare il plettro su una sola nota, a volte senza nemmeno cantare. In molti si chiedevano se recitasse un personaggio, una parte da anticonformista. Ma la verità era ben diversa.

La malattia di Syd Barrett

Fu in questo periodo che la sua malattia mentale iniziò ad aggravarsi. Di cosa si trattava? Sono state avanzate diverse ipotesi: c’è chi parla di schizofrenia, chi di disturbo bipolare, chi ancora, come Gilmour, si limita a parlare di crisi epilettiche. Qualunque cosa fosse, l’abuso di droghe non aiutò Barrett a conviverci.

Si provò a intervenire, concedendogli un periodo di vacanza, ma il successo della band era tale che serviva del nuovo materiale. Così Barrett si forzò di scrivere nuovi pezzi, tra cui Jugband Blues, per il secondo album A Saucerful of Secrets. Ma il suo contributo fu misero, anche per la scelta di Waters di inserire pezzi propri e di Wright.

Il comportamento di Syd divenne mese dopo mese intollerabile, finché Waters non decise di intervenire in prima persona, chiedendo a un amico di Barrett, il chitarrista di David Gilmour di affiancare il gruppo. Era il 3 gennaio 1968. Inizialmente i Pink Floyd lavorarono come quintetto, ma il comportamento di Syd non migliorò.

Un giorno, mentre si recavano a suonare, i Pink Floyd notarono che non erano passati a prendere Syd Barrett. Senza farsene un problema, continuarono per la propria strada, mettendo in piedi un grande show. Iniziò così l’abbandono del loro frontman. Syd però si sentiva ancora parte della band e, presentatosi all’Imperial College per una serata, alcuni giorni dopo, venne cacciato di forza dai suoi ex compagni. Per l’artista fu un trauma fortissimo. Nonostante alcuni tentativi di farsi riprendere, ormai l’idea dei quattro membri rimasti dei Pink Floyd era di proseguire da soli. Il divorzio venne ufficializzato il 6 aprile 1968.

La carriera di Syd andò avanti per un certo periodo come solista. Ma ciò che maggiormente si ricorda di questi anni furono le sue intemperanze. Dopo pochi mesi venne cacciato di casa dai suoi coinquilini per aver, tra le altre cose, colpito con una chitarra la sua ragazza. Fu in questo periodo che all’hashish e al metaqualone aggiunse anche una massiccia dose di eroina.

La carriera però non andava così male. Tra una follia e l’altra, Barrett era riuscito a portare a termine due lavori che ottennero anche un discreto successo. Lavori che, ad ogni modo, erano stati completati solo con grazie all’aiuto dei suoi vecchi amici David Gilmour e Roger Waters.

Di seguito Octopus, un brano solista di Syd Barrett:

Syd Barrett e Shine On You Crazy Diamond

Nel 1975 i Pink Floyd diedero alle stampe l’album Wish You Were Here, ispirato in gran parte a Syd Barrett. Più volte i membri della band hanno raccontato che durante la produzione dell’album un personaggio strano, calvo, obeso e privo di sopracciglia, si era presentato negli studi di Abbey Road. Si trattava proprio dell’ex frontman, che venne riconosciuto solo dopo un po’ di tempo da Gilmour.

I Pink Floyd fecero in quella occasione ascoltare al vecchio amico Shine On You Crazy Diamond, il pezzo a lui maggiormente ispirato. Dopodiché si recarono a pranzo. Senza nemmeno salutare, così come era apparso, Syd scomparve, lasciando gli ex colleghi sconvolti e in lacrime. Non lo videro mai più.

Syd Barrett: la morte

Del geniale fondatore dei Pink Floyd si persero le tracce per moltissimi anni. Che fine aveva fatto l’artista? Semplicemente, era tornato a vivere a Cambridge assieme alla madre, lavorando sul materiale per un terzo album che non ha mai visto la luce.

In seguito alla morte della madre, Roger continuò a vivere da solo, isolato da tutto e tutti. Continuò a dipingere e a dedicarsi ad attività domestiche, ma non venne più contattato dai suoi vecchi compagni, che però, durante la reunion del Live 8 nel 2005, gli dedicarono Wish You Were Here.

Syd Barrett morì così, in solitudine a Cambridge, il 7 luglio 2006, per un tumore al pancreas. Aveva 60 anni.

Syd Barrett: la discografia in studio da solista

1970 – The Madcap Laughs
1970 – Barrett

La vita privata di Syd Barrett

La prima e più importante fidanzata di Syd Barrett fu Libby Gaudsen. La ragazza della sua adolescenza era l’unica che riuscì a comprenderlo fino in fondo per un certo periodo. La loro relazione s’interruppe prima della nascita dei Pink Floyd per via delle loro differenze, anche sociali, ma Syd non la dimenticò mai del tutto. Un’altra storia importante fu quella con Lindsay Corner, la prima donna con cui l’artista decise di andare a convincere. Mentre stava con lei, però, si frequentò con altre ragazze, come Jenny Spires e Kari-Ann Moller.

La terza donna fondamentale della sua vita fu Gala Pinon. Anche con lei Syd convisse per diverso tempo, arrivando però a maltrattarla nel peggiore dei modi, spegnendole le sigarette addosso, chiudendola in camera per giorni, accusandola di averlo tradito (cosa che lui faceva abitualmente). E pensare che Barrett avrebbe anche voluto sposarla, ma il suo comportamento lo portò a essere lasciato definitivamente.

Sai che…

– La passione per la musica e la pittura gli furono tramandate dal padre Max.

– Il suo primo strumento musicale fu un ukulele.

– Da ragazzino ebbe altri soprannomi, tra cui Syd the Beat, Syd-Knee, Sydernee e Rog.

– Il nome dei Pink Floyd deriva da quello di due dei suoi bluesman preferiti, Pink Anderson e Floyd Council, ma ai giornalisti Barrett disse che a suggerirglielo erano stati gli alieni.

– Tra i primi fan dei Pink Floyd di Barrett ci fu anche David Bowie.

– A uno spettacolo tenuto a Londra partecipò anche Paul McCartney vestito da sceicco arabo.

– Durante la visita agli ex compagni nel 1975, Syd passò gran parte del tempo a lavarsi i denti.

Di seguito Shine On You Crazy Diamond, brano dei Pink Floyd dedicato a Syd: