Stefano D’Orazio: la carriera, la vita privata e le curiosità sullo storico batterista, flautista e paroliere dei Pooh.
Stefano D’Orazio è stato uno dei componenti storici dei Pooh, la band pop rock più amata d’Italia. Famoso per aver ricoperto per tantissimi anni il ruolo di batterista, in realtà Stefano è stato anche il cantante e soprattutto il paroliere del gruppo per moltissime canzoni.
E per un certo periodo si è addirittura occupato delle questioni manageriali della band. Andiamo a scoprire alcune curiosità sulla carriera e la vita privata dell’ex grande scapolo della musica italiana.
Chi era Stefano D’Orazio: biografia e carriera
Stefano D’Orazio nacque a Roma il 12 settembre 1948 sotto il segno della Vergine. La passione per la batteria s’insinuò in lui negli anni del liceo, quando cominciò a suonare uno strumento di seconda mano nel suo primo gruppo, i The Kings.
Agli esordi Stefano e i suoi compagni suonavano nei locali della periferia romana i pezzi strumentali degli Shadows. Ma fin da subito il batterista mostrò una propensione per la scrittura di testi di canzoni. Terminata questa esperienza, l’artista si riciclò in diversi altri progetti, per iniziare a guadagnare qualcosa in modo da poter sostenere la propria carriera.
La svolta della sua vita fu l’ingresso nei Pooh, avvenuto l’8 settembre 1971 dopo l’addio di Valerio Negrini, divenuto da quel momento solo paroliere dello storico gruppo. Con gli anni, soprattutto dal 1975, Stefano divenne partner di Negrini anche nella scrittura di testi. La sua prima canzone da solista nei Pooh fu Fare, sfare, dire, indovinare del 1976, inserita nell’album Poohlover:
Nel 1981 fu lui a proporre agli altri membri del gruppo di cantare in ogni album almeno un pezzo ciascuno, oppure di dividersi le strofe a turno. Un modo per spezzare anche il duopolio di Roby Facchinetti e Dodi Battaglia. Tra i suoi brani di maggior successo va ricordata Se c’è un posto nel tuo cuore del 1985, canzone simbolo dell’album Asia non Asia:
Continuò a cantare strofe singole o anche brani nel resto degli album dei Pooh. Tra le altre cose, è sua la terza strofa di una delle canzoni più celebri del gruppo, Uomini soli, brano con cui hanno vinto il Festival di Sanremo. Tra le sue opere più recenti, era stato autore di quasi tutti i testi del musical Pinocchio, una delle produzioni più importanti dei Pooh negli anni Duemila.
Dopo la fine dell’avventura del gruppo bolognese, durata oltre 50 anni, negli ultimi anni era stato alle prese con una nuova fase della sua vita. Nel 2018 aveva tra l’altro pubblicato un libro, il secondo della sua vita: Non mi sposerò mai – Come organizzare il matrimonio perfetto senza avere voglia di sposarsi. Nel 2020 aveva invece scritto con l’amico Roby Facchinetti Rinascerò, rinascerai, canzone simbolo del risorgimento di Bergamo dopo il Covid-19.
Stefano D’Orazio: la morte
Stefano ci ha purtroppo lasciati improvvisamente il 6 novembre 2020. L’artista è stato ricoverato per circa una settimana in ospedale, presso il policlinico Gemelli di Roma, e alla fine ha dovuto arrendersi a un male più forte di ogni cura. Venne ucciso infatti da alcune patologie aggravate dal Covid.
Le sue ceneri riposano nel cimitero di Maccarese, accanto ai suoi genitori, seguendo lasua volontà. Il 5 dicembre 2020 Rai 1 sceglie di dedicargli uno speciale, Ciao Stefano, amico per sempre. Dopo la sua scomparsa, i Pooh gli hanno dedicato diverse canzoni, e hanno deciso di tornare insieme per una attesissima reunion in suo onore.
Stefano D’Orazio: la discografia da solista in studio
2010 – Aladin – Il musical
2011 – Mamma mia – Il musical
2012 – W Zorro – Il musical
2014 – Cercasi Cenerentola – Il musical
La vita privata di Stefano D’Orazio: moglie e figli
Stefano si era sposato in occasione del suo 69esimo compleanno, il 12 settembre 2017, con la compagna Tiziana Giardoni, con cui conviveva da 10 anni. Non aveva figli, anche se alcuni anni fa una donna, Francesca Michelon, ha dichiarato di essere figlia del batterista, con cui la madre ebbe una relazione durante gli anni Ottanta. Stefano non ha però mai confermato la vicenda e aveva anzi chiesto un risarcimento per i danni all’immagine causatigli da questa storia.
Per lungo tempo aveva avuto una relazione con la cantante Lena Biolcati, con cui vinse anche Sanremo come autore nella categoria Nuove Proposte nel 1986. Anche per questo, si considerava a tutti gli effetti padre di Silvia Di Stefano, figlia di Lena. In passato ebbe anche una relazione con Emanuela Folliero.
Sai che…
– Da giovane aveva fatto la comparsa in alcuni film girati a Cinecittà per potersi mantenere e non dover pesare sulla famiglia.
– Nel 1973, poche ore prima di un concerto dei Pooh a Trieste, venne arrestato. Il motivo? Un alterco con un carabiniere causato dal suo intervento in difesa di una donna slovena che era stata strattonata da un automobilista. Proprio a causa di questo arresto, il concerto venne tenuto dagli altri tre componenti del gruppo.
– Nel marzo 2021 è uscito postumo, per volontà di sua moglie, il suo primo romanzo, Tsunami.
– Viveva a Roma ed era nato e cresciuto nel quartiere Monteverde.
– La prima canzone dei Pooh interpretata dal vivo da D’Orazio fu Tutto alle tre.
– Produsse il primo album solista dell’amico Roby Facchinetti.
– Oltre alla batteria e alle percussioni, suonava il flauto traverso e l’armonica a bocca.
– Aveva scritto nel 2010 i testi in italiano per il musical Mamma mia.
– Su Instagram Stefano D’Orazio non ha un account ufficiale.
Di seguito un live di Dimmi di sì, una delle canzoni più famose di Stefano D’Orazio con i Pooh: