Per l’uscita del suo nuovo singolo, Achille Lauro ha rilasciato un’intervista in cui parla del suo passato e della sua infanzia.
Dopo aver confermato la sua partecipazione ad X Factor in veste di Giudice, Achille Lauro è tornato con un nuovo singolo: “Banda Kawasaki” in collaborazione con Salmo e Gemitaiz. In occasione del lancio, il cantante si è raccontato in una lunga intervista a Repubblica in cui ha parlato del suo passato travagliato.
Achille Lauro: un’infanzia difficile
“Sono cresciuto in un ambiente in cui la cultura non è contemplata.” – rivela Lauro – “Quando vivi nel trauma tendi a normalizzare tutto, ma poi sono diventato allergico a certi modi, mi sono sentito una nullità. Questo mi ha acceso la curiosità, ho imparato a imparare dagli altri. La cosa più spaventosa era pensare di diventare una persona senza un posto nel mondo, senza una base“.
Poi ha aggiunto: “Ringrazio però di aver conosciuto quella faccia, a Roma c’è poesia ovunque, anche nella disillusione. È molto pasoliniana. Il fatto di aver messo insieme tanti generi e storie mi ha permesso di non avere ascoltatori casuali“.
![Achille Lauro](https://notiziemusica.it/wp-content/uploads/2023/03/GI_Achille_Lauro.jpg)
Secondo il sito Dagospia, però, il cantante non starebbe dicendo la verità sul suo passato. Secondo il sito di D’Agostino, Lauro sarebbe cresciuto in un’ambiente tutt’altro che ostile: “Achille Lauro insiste con la sua infanzia ‘pasoliniana’ anche se viene da una famiglia benestante di alti funzionari statali (il papà nicola è un magistrato della corte di cassazione, il nonno era prefetto)“.
Nuova esperienza come giudice di X Factor
Nel corso dell’intervista Achille Lauro ha anche parlato della sua futura partecipazione a X Factor in vista di giudice: “Perché in tv appaio annoiato? Strano a dirsi, ma non sono fatto per parlare davanti alle telecamere. Durante le interviste spesso non riesco a trasmettere quello che vorrei. Ad X Factor cercherò di portare i miei valori nel programma“.
“Tanti vogliono solo diventare famosi, ma io amo la musica e mi interessa trovare artisti anarchici, ascoltare qualcosa che mi travolga. Non colpevolizzo nessuno e niente ma a volte c’è della musica terrificante che è frutto di calcolo“.
“Per il resto è giusto essere rigidi, onesti, e poi dico sempre che bisogna imparare a fallire. Come giudice, non devo mortificare nessuno, con i ragazzi più autoironici si può provare a sdrammatizzare“.