La biografia e alcuni aneddoti sulla vita privata e la carriera di Francesco Guccini, uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana.
Francesco Guccini, uno dei più grandi maestri del cantautorato italiano: in questo articolo ripercorriamo la vita del poeta e cantante, e le date fondamentali della sua carriera musicale. Dai primi anni trascorsi sulle montagne, al successo musicale.
Francesco Guccini: i primi anni
Francesco Guccini nasce a Modena, il 14 Giugno 1940, 4 giorni prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale: di lì a poco suo padre verrà mandato in guerra e il bambino trascorrerà l’infanzia dai nonni paterni sull’appennino tosco-emiliano.
L’infanzia sulle montagne influenzerà moltissimo la poetica dell’autore che ne farà una tematica ricorrente all’interno dei propri testi. La spensieratezza di quel periodo oltretutto non renderà per nulla facile il successivo rientro a Modena.
Guccini torna a Modena a 14 anni, separandosi dalle amate montagne. A Modena fa le prime esperienze di vita vera: alcune di queste sono raccontate in canzoni come Piccola città e Quello che non, canzone nostalgica ispirata al suo migliore amico, affetto da nanismo. Sono anni fondamentali per la sua formazione politica e culturale.
Francesco Guccini: gli album più importanti
Il primo disco veramente importante dell’autore è anche il suo primo album in ordine cronologico: Folk beat n. 1, del 1967, disco che all’epoca ebbe un successo commerciale praticamente nullo. Nonostante ciò alcuni artisti più noti al pubblico, come Caterina Caselli e i Nomadi, iniziarono a interessarsi alla poetica del cantautore. Con Caterina nascerà un lungo sodalizio artistico, i Nomadi invece porteranno al successo il famoso brano Dio è morto.
La svolta nella carriera dell’artista si ha nel 1972 con l’uscita dell’album Radici, un disco dalla musicalità più curata e in cui compaiono molte delle tematiche che diventeranno proprie della poetica dell’autore: ci sono le montagne della sua infanzia, Modena, e poi ci sono brani come la Locomotiva in cui il cantautore affronta il discorso dell’uguaglianza, della giustizia e della libertà.
Il disco apre le porte al cantautore verso il vero successo: nel 1973 pubblica Via Paolo Fabbri 43, il disco è un lavoro più maturo dei precedenti che con canzoni come L’Avvelenata lo consacrerà alla storia. Il brano Canzone quasi d’amore viene considerata da alcuni uno dei più alti picchi lirici dell’autore.
La poetica di Guccini
In tutta la poetica di Guccini è evidente una vena ironica e sagace. Il suo è un modo politico di fare racconti ma che raggiunge anche vette di altissimo lirismo in canzoni le cui tematiche sono più strettamente legate alle relazioni umane. Oggi i suoi dischi e l’enorme contributo poetico offerto al mondo del cantautorato italiano gli sono valsi numerosi premi e riconoscimenti, oltre al fatto che è stato inserito nei libri di testo scolastici come esempio di poeta contemporaneo.
La discografia in studio
1967 – Folk beat n. 1
1970 – Due anni dopo
1970 – L’isola non trovata
1972 – Radici
1974 – Stanze di vita quotidiana
1976 – Via Paolo Fabbri 43
1978 – Amerigo
1981 – Metropolis
1983 – Guccini
1987 – Signora Bovary
1990 – Quello che non…
1993 – Parnassiuss Guccinii
1996 – D’amore di morte e di altre sciocchezze
2000 – Stagioni
2004 – Ritratti
2012 – L’ultima Thule
2022 – Canzoni da intorto
2023 – Canzoni da osteria