Perché il cast di Sanremo 2021 va promosso a pieni voti (o quasi)

Perché il cast di Sanremo 2021 va promosso a pieni voti (o quasi)

Sanremo 2021, i partecipanti sono stati svelati da Amadeus il 17 maggio: tra tanti debutti e nomi sorprendenti, il cast dei cantanti fa già discutere. Eppure…

Quando durante la finale di Sanremo Giovani del 17 dicembre Amadeus ha svelato mano a mano il cast del Festival 2021, presentando uno a uno i Big, in molti devono essersi chiesti “e questo chi è?“. Una reazione che fa bene alla musica italiana. Vuol dire fare spazio a nomi diversi, finora tenuti ai confini dal grande giro. Vuol dire che il Festival non è più, definitivamente, quello che tra anni Novanta e Duemila fungeva da vetrina per cantanti improvvisati, ritorni poco desiderati e in generale da artisti che avevano già dato il meglio, bisognosi di prendersi ulteriori 15 minuti di gloria affettata. Ma va davvero tutto bene con questo cast? Proviamo ad analizzarlo a mente fredda…

Sanremo 2021: i difetti del cast

Fermo restando che per capire se un cast di Sanremo è azzeccato o meno bisogna sempre aspettare l’ascolto delle canzoni e, successivamente, la storia dei brani al di fuori della kermesse (dei numeri e dello share ci interessa in questa sede davvero poco), possiamo già individuare il tallone d’Achille di quest’anno: il numero di partecipanti.

Amadeus

Ventisei Big sono tanti. Anzi no, sono troppi, per l’epoca che stiamo vivendo. Certo, fosse un cast pieno di ‘riempitivi’ dovremmo essere molto più critici. Ma anche con un numero di protagonisti che promette uno spettacolo di qualità, le maratone del giovedì, del venerdì e del sabato fanno già venire la pelle d’oca. E a un certo punto gli sbadigli saranno talmente numerosi da svilire i protagonisti chiamati a esibirsi per ultimi. Da questo punto di vista si potevano fare ragionamenti differenti. Ma la sensazione è che il vil denaro abbia avuto ancora una volta la meglio sulla razionalità.

Sanremo 2021: cantanti promossi, tra debutti e ritorni importanti

Ci sono delle costanti nella storia di Sanremo, almeno degli anni recenti. Costanti che anche quest’anno sono state mantenute. Ad esempio, c’è l’approdo al Festival del vincitore di Amici. Ma Gaia, dal punto di vista del successo, forse lo merita anche più di suoi passati colleghi. La sua presenza sarà dunque accettata anche dai più snob.

E una costante è anche la presenza di veterani del Festival, volti noti già adottati dal pubblico dell’Ariston e da quello di Rai 1. La grande novità di questo 2021 è però che i volti noti, eccetto Orietta Berti (che torna in gara dopo 29 anni), sono artisti di certo non troppo maturi: Francesco Renga, Ermal Meta, Arisa, Malika Ayane, Max Gazzè, Noemi, Annalisa… Una media di età che non supererà i 40 anni. E questo dà la cifra di quanto si sia lavorato per un Sanremo davvero giovane.

Annalisa

Sorprende ancora di più però il numero di debuttanti, con qualche azzardo che potrebbe rivelarsi vincente. Willie Peyote è ad esempio un artista che merita un grande palco (ma che in pochi avrebbero pronosticato a Sanremo). Gio Evan può conquistare anche i più scettici, così come Colapesce e Dimartino, o Fulminacci, cantautori moderni ma dallo stampo classico.

Positiva anche la quota rap, che segue le scelte intriganti dello scorso anno ma si presenta anche con un asso nella manica di livello altissimo: Madame. La giovane rapper di Sciccherie è la protagonista assoluta della scena urban e hip hop degli ultimi due anni, e in pochi l’avrebbero proiettata a Sanremo. Se dobbiamo indicare un colpaccio per il Festival, è proprio la sua presenza. C’è poi Random, che si è già fatto apprezzare dal grande pubblico ad Amici Speciali. E per la prima volta arriva sul palco dell’Ariston Fedez, in coppia con Francesca Michielin: facile prevedere per loro almeno un podio (ma per i bookmaker saranno senza dubbio i favoriti per la vittoria finale).

Senza considerare altri debutti molto attesi, al di là del genere, come quello dei Maneskin, di Aiello, dei Coma_Cose degli Extraliscio (e soprattutto di Davide Toffolo). Insomma, ci sono tutte le carte in regola per un Sanremo diverso. La sensazione è che, da Claudio Baglioni in poi, la Rai abbia davvero capito che se vuole dare un futuro a un programma che ha ormai 71 anni, serve guardare di più alle nuove generazioni. In tal senso, questa edizione sembra il culmine di un processo chiamato a riscrivere la storia del Festival. Almeno musicalmente, la svolta sta avvenendo. La speranza è che presto possa essere svecchiato anche tutto il contorno…