Paola Iezzi, l’aneddoto su Vecchioni: “Uscì sbattendo la porta”

Paola Iezzi, l’aneddoto su Vecchioni: “Uscì sbattendo la porta”

In una lunga intervista al Corriere, Paola Iezzi ha parlato della sua esperienza come alunna del cantautore Roberto Vecchioni al liceo.

Dopo una lunga assenza dalla scena, Paola Iezzi, del duo Paola & Chiara, sta vivendo un momento di successo sia musicale che televisivo come giudice di X Factor 2024. In una lunga intervista al Corriere della Sera, ha parlato della sua esperienza come allieva al liceo di Roberto Vecchioni. Il cantautore infatti ha lavorato per 30 anni come docente in diverse scuole di Milano e Brescia.

Paola Iezzi parla di Roberto Vecchioni come insegnante

Mio padre mi avrebbe spedita a ragioneria, non voleva che fossi legata all’idea di dover frequentare l’università a tutti i costi. Io scelsi e ottenni di iscrivermi al liceo classico Beccaria.” – ha piegato inizialmente Paola Iezzi.

Poi, parlando di Vecchioni: “È stato il mio insegnante solo per un anno, in quarta ginnasio, poi si trasferì a Desenzano con la famiglia. Ero brava in italiano e filosofia, ma con lui ogni tanto sono volati dei votacci in greco e latino che studiavo poco perché ero refrattaria alle regole, non mi piaceva imparare a memoria. Roberto era meraviglioso, un affabulatore, l’insegnante che tutti sognano di avere, quello dell’Attimo fuggente: ti apriva scenari che non avresti mai sospettato“.

Roberto Vecchioni

L’aneddoto su Roberto Vecchioni

Paola ha poi raccontato un simpatico episodio accaduto la prima volta che il cantautore entrò in classe: “Aveva un’aria austera, arcigna, con il sigaro spento in bocca e il registro sottobraccio. Noi quattordicenni terrorizzati, era l’inizio dell’anno scolastico. Appoggiò il registro sulla cattedra facendo un rumore d’inferno“.

Il professor Vecchioni utilizzo un’espressione che a distanza di anni è rimasta impressa alla cantante: “‘Bene, adesso vi aspettano 5 anni di calci in c…‘. E uscì sbattendo la porta. Ricomparve dopo 5 minuti e iniziò a fare lezione come se nulla fosse. L’ingresso con quella parolaccia era un modo per dire: ‘Raga, parlo la vostra lingua. Sono severo però vi capisco. Quindi non provate a prendermi in giro‘”. 

Argomenti