Ligabue svela il suo segreto: “La mia voce? Potrebbe essere colpa di un’operazione”

Ligabue svela il suo segreto: “La mia voce? Potrebbe essere colpa di un’operazione”

Ligabue ha rivelato quella che potrebbe essere la causa della sua voce così particolare: forse è colpa di un’operazione alle tonsille.

Sono giorni vibranti per Luciano Ligabue. Dopo aver festeggiato trent’anni di carriera in un giorno a Campovolo, nel giugno 2022, il rocker di Correggio ha finalmente dato il via il 27 settembre alla sua residency all’Arena di Verona, sette concerti che vanno ad anticipare il suo tour europeo, un giro di concerti che lo porterà ovunque, da Barcellona a Parigi, passando per Londra. Intervistato da La Repubblica per parlare anche di questo, il rocker ha scelto di rivelare anche qualcosa in più sulla sua vita, e anche il possibile segreto della sua voce…

Ligabue svela il segreto della sua voce

Tutti sappiamo che il rocker di Correggio non solo è uno dei cantautori di maggior talento in Italia negli ultimi trent’anni, firma di canzoni diventate leggendarie, ma è anche un cantante apprezzatissimo e molto riconoscibile per quella voce così graffiata e particolare. Un dono di natura, forse, ma anche un piccolo scherzo del destino.

Ligabue

Racconta il Liga: “Da piccolo mi sbagliarono l’operazione alle tonsille, forse davvero è cominciata lì. Sicuramente la mia voce è riconoscibile: fa dire ‘sì’, oppure ‘no’, ma non ‘forse’. Il più grande di tutti, Fabrizio De André, lo ricordiamo sempre per le parole meravigliose che scriveva: ma come le porgeva, come le scandiva? (…) La voce è una vibrazione, entra nell’orecchio, crea sintonia oppure no“.

Le emozioni di Ligabue per i concerti

Nell’intervista il rocker di Correggio ha voluto però anche parlare di ciò che lo aspetta, del tour e dell’emozione che può derivare solo dai concerti. Eventi che riesce a vivere con grande senso di partecipazione. Quando è sul palco continua a cercare le facce, cerca di vederle, di distinguerle, a volte con il rischio di distrarsi e di perdere il filo dei testi. “Forse soltanto il momento del gol allo stadio è qualcosa di simile“, sentenzia l’artista emiliano, che alle spalle ha oltre 800 concerti, ma ancora non riesce a starne senza.

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