Le cinque canzoni migliori di Mannarino, da ‘Vivere la vita’ a ‘Me so’mbriacato’ passando per le emozioni di ‘Vivere la vita’.
Alessandro Mannarino è il nuovo ambasciatore del cantautorato italiano. La risposta più intellettuale al pop puro, quello fatto solo per far ballare, quello che vive di emozioni a impatto immediato. Mannarino invece raccoglie l’eredità degli stornelli romani e ci ricama sopra testi alla De André. Il paragone con Vinicio Capossela sembra azzardato, ma ha un suo perché.
Le cinque migliori canzoni di Mannarino
Dagli inizi goliardici agli ultimi album, quelli più intellettuali, quelli che nascondono perle riservate a un pubblico di nicchia. In pochi album (e in pochi anni) Mannarino è riuscito a ridare vita a un genere che in molti consideravano morto o quasi, quello dei vari Rino Gaetano e Fabrizio De André. Ecco la nostra top five!
Mannarino, Vivere la vita
Una canzone tra il il nostalgico e lo straziante, un brano che regala gioia e commuove. Un accompagnamento musicale in stile far west con tanto di fischio e la voce di un bambino che regala una lezione di vita agli adulti. Il tutto è a dir poco geniale. Poco radiofonica forse, ma decisamente da ascoltare almeno una volta nella vita.
Di seguito il video di Vivere la vita:
Mannarino, Me so’mbriacato
Traccia contenuta in Bar della rabbia, Me so’mbriacato è una canzone d’amore anomala, molto alla Mannarino. Quasi uno stornello romano con ritmi caraibici, le trombe. La canzone ha il pregio di trasportare l’ascoltatore in uno dei peggiori bar di Caracas. L’impatto musicale è travolgente, il ritornello è tanto da tormentone quanto da sagra di paese. Fantastica.
Di seguito il video di Me so’mbriacato
Mannarino, Apriti cielo
Più che una canzone siamo di fronte a una dichiarazione di intenti, quella di cantare per gli ultimi e gli emarginati. E in effetti parliamo di un cantante che agli inizi della sua carriera cercava l’ispirazione nei campi rom. Il brano vuole essere una speranza regalata a tutti, un inno al pacifismo.
Da un punto di vista musicale non troviamo i suoni quasi esotici che caratterizzano le canzoni precedenti, ma anche su questa variante del genere Mannarino si conferma come uno dei migliori cantautori di epoca moderna.
Di seguito il video di Apriti cielo:
Mannarino, Statte zitta
Con Statte Zitta Alessandro Mannarino torna al modello tanto caro (e ottimamente riuscito) dello stornello romano, ovviamente rivisitato. La voce roca racconta una storia d’amore, una di quelle vere, fatta di difficoltà e passione, gioie e dolori. Un alternarsi di carezze e schiaffi diretti all’animo di chi ascolta. Bersaglio centrato.
Di seguito il video di Statte Zitta:
Mannarino, Al monte
Un viaggio raccontato (parlato per l’esattezza) su una base musicale che getta quasi nello sconforto. Un lungo e delicato arpeggio suonato a ritmi quasi frenetici, un giro di chitarra quasi psichedelico. L’unica apertura è quella del ritornello, una sospensione, una parentesi nella storia raccontata da Mannarino che parla di critica sociale e mette nel mirino tutti i problemi della nostra Italia. In poesia.
Di seguito il video di Al monte:
Mannarino: la discografia
Sono quattro gli album prodotti da Mannarino dal 2009, anno del suo esordio musicale, tutti certificati con il Disco d’Oro per le vendite. La prima traccia del cantautore nel mondo della musica dei grandi è Bar della rabbia, un disco che fonde il cantautorato romano alla musica latino-americana. Nascono una serie di stornelli dal retrogusto cubano che fanno divertire e ballare. Ma Mannarino non è solo questo.
Con Supersantos (2011) Alessandro mette in mostra una maturità musicale che sorprende. Creatosi uno zoccolo duro di ammiratori Mannarino tira fuori il meglio di sé e in tre anni pubblica due dischi-capolavoro: Al monte e Apriti cielo. In questi album c’è tutto: amore, critica sociale, voglia di divertirsi e brani intellettuali ed ermetici alla Capossela. Insomma, il cantautorato non è morto, anzi, è più vivo che mai.
Fonte Foto copertina: https://www.facebook.com/officialMannarino/