Ghali: “Mio padre finì in carcere quando avevo due anni”

Ghali: “Mio padre finì in carcere quando avevo due anni”

In una recente intervista, Ghali si è aperto sulla sua vita privata: dalla sua situazione sentimentale al rapporto con il padre.

Ghali è ormai senza dubbio uno dei rapper più amati del panorama musicale italiano. La canzone con cui ha partecipato a Sanremo 2024, “Casa Mia” e la sua ultima hit, “Paprika, sono due dei brani più riprodotti in radio quest’anno.

Ma per il cantante italo-tunisino la vita è stata anche molto complicata e costellata di momenti bui: ne ha parlato lui stesso in una recente intervista. Scopriamo cosa ha raccontato!

Ghali: il rapporto con il padre

Ghali non vede il padre da molti anni e non ha mai nascosto di non avere con lui un buon rapporto. “Mio padre finì in carcere la prima volta quando avevo due anni. La seconda lo arrestarono il mio primo giorno di scuola. Suonarono alle quattro del mattino e lo portarono a San Vittore. Andai a scuola lo stesso, in gran ritardo. Da allora non sono mai più stato puntuale. Non so, è come se avessi perso qualcosa.” – ha raccontato.

Suo papà è stato in carcere per oltre dieci anni e gli ultimi li ha trascorsi a Bollate dove Ghali lo è andato ogni tanto a trovare insieme alla madre. Ormai però sono passati anni: “Non lo vedo da anni. Forse l’ultima volta è stato nel 2016“.

Ghali Sanremo 2024

Il percorso scolastico interrotto per un concerto

Ad una domanda diretta sulla sua situazione sentimentale il rapper ha ammesso di essere ancora single, senza però aggiungere altri dettagli. L’intervista è poi virata sul percorso scolastico di Ghali che lui, ammette, non ha mai portato a termine.

La scuola l’ha abbandonata ad un passo dal traguardo: “Ho fatto il percorso da grafico pubblicitario, poi decoratore d’interni, da privatista, col recupero corsi. Non ho concluso. Alla maturità ho fatto solo lo scritto, il giorno dell’orale avevo un concerto. Ho scelto il concerto”. Ma di ricominciare per ora non ne ha alcuna intenzione: “Preferisco imparare a leggere e scrivere l’arabo”.

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