Katy Perry: il plagio di Dark Horse costerà quasi 3 milioni di dollari

Katy Perry: il plagio di Dark Horse costerà quasi 3 milioni di dollari

Katy Perry, Dark Horse è un plagio: la cantante sarà costretta a risarcire il rapper Flame, autore del brano Joyful Noise.

Dark Horse di Katy Perry è un plagio. Lo ha stabilito il tribunale di Los Angeles, che adesso ha anche calcolato l’entità dei danni che l’artista dovrà pagare all’autore del brano ‘copiato’, Joyful Noise del rapper Marcus Flame Gray.

La somma finale è quasi 3 milioni di dollari (2 milioni e 800mila), a fronte di una richiesta di 20 milioni. Di questi, però, Katy sborserà ‘di tasca’ sua ‘solo’ 500mila dollari, mentre il resto verrà pagato dalla casa discografica (la Capitol Records) e dagli altri autori.

Una sentenza che ha sconvolto i fan della cantante, ma che non è certo una novità nel mondo della musica. Sono tanti infatti i casi di plagi, veri o presunti, che hanno coinvolto alcuni degli artisti più grandi di sempre.

Katy Perry: Dark Horse è un plagio

La cantante si è presentata in tribunale in qualità di testimone e ha affermato di non aver mai sentito prima il brano Joyful Noise, e di aver tratto ispirazione solo da alcuni campioni strumentali che le erano stati presentati da alcuni suoi collaboratori.

Pezzo tra trap e grime dell’artista americana, ha avuto un successo straordinario nel 2014, ma ha subito attirato le attenzioni di Gray, che ha fatto causa alla Perry già in quell’anno.

Di seguito un video che mette a confronto Joyful Noise e Dark Horse:

Katy Perry e gli altri: i plagi più famosi della musica

Ovviamente non è la prima sentenza di questo tipo ad aver fatto scalpore. Il plagio forse più famoso di sempre è quello di Surfin’ USA dei Beach Boys, ‘ispirato’ a Sweet Little Sixteen del re del rock and roll, Chuck Berry.

Diversa la vicenda del plagio di Vanilla Ice, che per il brano Ice Ice Baby del 1989 campionò la linea di basso di Under Pressure dei Queen e David Bowie, affermando per scherzo che in realtà era una linea diversa perché lui aveva aggiunto il beat. Uno scherzo che non venne recepito come tale, e gli artisti britannici gli fecero causa. La questione però non arrivò in tribunale: Vanilla Ice patteggiò e decise di pagare sia Bowie che i Queen.

Ci sono casi in cui però il verdetto è piuttosto ingiusto per i presunti plagiatori. Prendiamo ad esempio la vicenda di Bittersweet Symphony dei Verve, che utilizzava la campionatura di un brano dei Rolling Stones suonato con l’orchestra sinfonica. Nonostante un precedente accordo, il gruppo di Keith Richards fece causa e riuscì a ottenere un risarcimento. Ma in realtà la parte utilizzata dai Verve era stata scritta dall’arrangiatore David Whitaker, mai accreditato in nessuna versione, e non dagli Stones.

Ma di plagi del genere ce ne sono a palate anche in anni recenti: da Uptown Funk di Mark Ronson a Get Free di Lana Del Rey, senza dimenticare la clamorosa vicenda del presunto plagio di Michael Jackson ai danni del nostro Al Bano.

Insomma, Katy è in buona compagnia e di certo non sarà questa storia a stroncare la sua grande carriera.

Katy Perry

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