Bob Dylan sulla pandemia: “Forse siamo alla vigilia della distruzione”

Bob Dylan sulla pandemia: “Forse siamo alla vigilia della distruzione”

Il 2020? Per Bob Dylan potrebbe essere l’anno del non ritorno, visti i cambiamenti climatici della Terra, provocati da una massiccia industrializzazione.

Bob Dylan ha realizzato un nuovo album, intitolato Rough And Rowdy Ways. Per presentarlo, ha rilasciato un’interessante intervista. La conversazione ad ampio raggio di Dylan con il New York Times rappresenta la sua prima intervista importante dal 2017 ed è arrivata una settimana prima dell’uscita del suo primo album dopo otto anni di assenza.

L’uomo – considerato uno dei cantautori più influenti al mondo – ha fornito alcuni indizi su ciò che ha motivato il suo scatto di creatività e i significati che si celano nelle nuove canzoni che sono piene di riferimenti alla cultura pop degli ultimi cinquant’anni.

Per il cantautore, il 2020 potrebbe essere l’anno del “non ritorno“, a causa dell’industrializzazione incontrollata del pianeta che ha severamente incisivo sulla vita degli esseri umani.

Bob Dylan: le dichiarazioni sulla pandemia e sul futuro

Il Menestrello innovatore della musica ha anche parlato della situazione attuale in cui versa il mondo. Secondo lui, il 2020 potrebbe essere l’anno che annuncia la “distruzione“.

Ecco le sue parole in merito all’iperindustrializzazione in cui versa il pianeta:

Certo, ci sono un sacco di ragioni per avere apprensione, c’è di sicuro molta più ansia e nervosismo in giro ora che prima. Ma questo si applica solo alle persone di una certa età, come noi. Abbiamo la tendenza a vivere nel passato, ma riguarda solo noi. I giovani non hanno questa tendenza, loro non hanno passato, quindi tutto quello che sanno è ciò che possono vedere e sentire, e credono in qualsiasi cosa. Tra venti o trent’anni saranno in prima linea […] La tecnologia ci renderà tutti più vulnerabili ma i giovani non la pensano allo stesso modo, francamente non gliene importa minimamente perché loro sono nati in questo mondo, il nostro è già obsoleto“.

In merito alla pandemia di Coronavirus che ha attanagliato e tuttora mette in ginocchio il mondo, Dylan dice:

Credo che sia l’anticipazione di qualche altra cosa. […] L’estrema arroganza può avere delle punizioni esemplari. Forse siamo alla vigilia della distruzione, ci sono molti modi in cui poter pensare di questo virus. Penso che l’unica cosa da fare sia lasciargli compiere il suo percorso“.

Il video di Like A Rolling Stone:

Bob Dylan, il nuovo album Rough e Rowdy Ways

Rough e Rowdy Ways esce il 19 giugno 2020. Il cantautore 79enne ha pubblicato tre singoli all’inizio di quest’anno, tra cui un brano di 17 minuti, Murder Most Foul, ispirato all’assassinio nel 1963 del presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy.

Dylan ha detto che le canzoni provengono da un flusso di coscienza. Ecco cosa ha detto – in merito – allo storico americano, Douglas Brinkley, durante l’intervista:

La maggior parte delle mie canzoni recenti sono così. I testi sono reali, tangibili, non sono metafore. Le canzoni sembrano conoscersi e sanno che posso cantarle, vocalmente e ritmicamente“.

Riferendosi alla morte dell’afroamericano George Floyd – che è deceduto per asfissia, bloccato con un ginocchio al collo da un ufficiale di polizia bianco a maggio, Dylan ha detto: “Speriamo che la giustizia arrivi presto per la famiglia Floyd e per la nazione“.

Bob Dylan