Scopriamo in questo articolo il ragazzo che ha fatto la storia del cantautorato americano: Bob Dylan, dalle prime ballate ai successi che gli sono valsi il Nobel.
Bob Dylan è riuscito ad essere avanguardista usando il genere musicale più antico di tutti: le ballate. Ma quelle di Dylan non sono semplici ballate: diventeranno presto stendardo e slogan di una generazione, quella degli anni 60, in perenne conflitto con la società e le autorità.
Bob Dylan: la biografia
Robert Zimmermann nasce a Duluth, il 24 Maggio del 1941. Da ragazzo sviluppa la passione per la musica e impara a suonare chitarra e pianoforte, fonda alcune band con cui si esibisce soprattutto nell’ambiente scolastico e all’ingresso al college capisce di non poter smettere di seguire il richiamo del folk. Abbandona la chitarra elettrica e l’amplificatore e compra una Gibson acustica, con la quale parte alla volta di New York.
A New York Dylan ha intenzione di incontrare il suo idolo, il musicista folk Woody Guthrie. È il 1960, tra Dylan e il suo maestro sboccia una splendida amicizia, il più grande incoraggerà il più giovane a seguire il proprio cuore: forte delle parole di Guthrie Dylan incomincia a esibirsi nei club del Greenwich Village, dopo il quale incominciano i primi contatti col mondo musicale e l’uscita di un primo album di debutto (l’omonimo Bob Dylan). Alla fine del 1962 cambia il suo nome in Robert Dylan e assume Albert Grossman come suo manager.
Nel 1963 esce Freewheelin’ Bob Dylan, primo disco che alimenta le attenzioni dei giovani nei confronti del cantautore, specialmente per quelle canzoni in cui il giovane pubblico ritrova gli stessi sentimenti e ideali che alimenteranno le proteste del ’68, oltre che quelle che diventeranno vere e proprie pietre miliari del repertorio folk: Blowin’ in the wind, traccia dell’album, è destinata a restare nella storia.
È in questo periodo che Dylan incomincia a cavalcare la prima ondata di successo e riconoscimenti: la cantante Joan Baez, che diventerà sua storica compagna del periodo, lo sceglie per farsi accompagnare nei concerti. Tra i due nasce la principale unione musicale per il movimento dei diritti civili: la coppia si esibisce alla celebre manifestazione in cui Martin Luther King terrà il discorso I have a dream.
La fase elettrica
Ben presto l’ideologia politica dell’ambiente folk inizia a calzare stretto a Dylan, che alla fine del 1965 si distanzia dallo stile che lo ha reso famoso e intraprende quella che molti dei suoi fan vivranno come un’enorme delusione: nel 1965 esce Bringing It All Back Home, nel disco Dylan abbandona completamente la chitarra acustica in favore di strumenti elettrici.
A tal proposito resterà celebre nella storia l’interpretazione dell’artista al Newport Folk Festival del 1965 cui Dylan aveva già partecipato nelle precedenti edizioni con discreto successo e che quell’anno verrà fischiato dal pubblico. Per il panorama musicale folk di quel periodo era difficile accettare che il menestrello voce della protesta avesse scelto di abbandonare l’armonica e il suo aspetto acqua e sapone per diventare un misterioso uomo dagli occhiali scuri, che prostrava il suo pianoforte cantando a squarciagola la sua Mr. Tambourine Man.
A giugno del 1965 esce Like a Rolling Stones e tutti sono costretti a ricredersi: la canzone si classifica immediatamente come un successo, non diventa solo un inno della musica anni sessanta ma anche un messaggio eterno contro l’ipocrisia delle convenzioni sociali. Il brano è destinato a restare nella storia, insieme all’album in cui è contenuto: Highway 61 Rivisited. Il disco, insieme a Blonde on Blonde (1966) e Bringing It All Back Home dello stesso anno, costituisce la trilogia degli album rock/elettrici di Dylan, che oggi sono considerati per molti i suoi capolavori. I tour di questo periodo saranno caratterizzati per Dylan da una prima metà acustica e una seconda elettrica, contrasto che sconcerterà i fan ancora per diverso tempo ma che ormai spalancherà le porte alla produzione successiva dell’autore, in quella che ormai è considerata storia.
I premi e i riconoscimenti
Nel 1992, a ormai trent’anni di continue conferme dell’originalità e del talento di Bob Dylan, gli viene dedicato un concerto al Madison Square Garden di New York cui prenderanno parte le principali personalità della musica mondiale: Lou Reed, Clapton e Stevie Wonder sono solo alcuni degli straordinari artisti. Nel 1997, a seguito di un misterioso problema cardiaco per cui l’artista si ritira dalle scene, Dylan riappare sulle scene in una storica esibizione difronte a papa Giovanni Paolo II.
Oggi di quel ragazzo che cantava le proteste giovanili del 68 impugnando la sua chitarra e soffiando con foga nell’armonica è rimasta la genialità compositiva, che gli è valsa i maggiori premi e riconoscimenti conosciuti. A Dylan si devono una quantità innumerevoli di opere che vanno dall’arte alla letteratura, dalla musica alla poesia, e che sono stati encomiati dai premi Pulitzer mondiali come i contributi di un artista geniale e tra le personalità più influenti del 900. È da considerarsi un artista a tutto tondo, il cui talento unico gli è valso anche il Nobel, nel 2016, che ha fatto molto discutere per l’assenteismo dell’autore alla consegna e che alla fine ha visto l’amica e collega Patty Smith, a presenziare all’onorificenza del genio folk/rock.
La vita privata
Bob Dylan è stata legato per diversi anni a partire dal 1961 alla cantante Joan Baez, la quale aveva già acquisito una certa fama nell’ambiente folk con i suoi primi due album. La cantante sarà tra le prime ad ammirare i contenuti di protesta e la fame di libertà e di giustizia del cantautore, per questo lo inviterà più volte ad esibirsi live con lei. La fama di Dylan e i suoi tour mondiali contribuiranno a separare sempre di più la coppia, che insieme ha formato un duetto storico all’interno del panorama folk.
Nel 1964 Dylan ha avuto una relazione con Edie Sedgwick, una delle più amate muse di Andy Warhol. In seguito l’artista si è sposato due volte: la prima volta con Sara Lownds nel 1965, da cui ha avuto quattro figli, e nel 1986 con la corista Carolyn Dennis, da cui ha avuto un’altra figlia e da cui ha divorziato nel 1992.