Lo aveva detto e lo ha fatto: Bob Dylan ha disertato la cerimonia di consegna del Nobel, inviando al suo posto Patti Smith.
Bob Dylan ha accettato il Nobel per la Letteratura, assegnatogli dall’Accademia, ma ha preferito evitare, come aveva annunciato, di presenziare alla cerimonia di consegna. Al suo posto ha inviato l’amica Patti Smith, che si è esibita in suo onore in “A Hard Rain’s A-Gonna Fall” e si è detta commossa di rappresentarlo.
Dylan ha voluto comunque inviare una lettera, all’Accademia, per ringraziare dell’alta onorificenza che gli è stata attribuita. A leggerla è stata Azita Raji, ambasciatrice statunitense in Svezia.
Il suo nome nella lista dei grandi
Dylan si è detto onorato di essere finito nella stessa lista che comprende alcuni tra i maggiori geni della letteratura mondiale:
“Kipling, Shaw, Thomas Mann, Pearl Buck, Albert Camus, Hemingway. Questi giganti della letteratura, le cui opere sono insegnate nelle scuole, conservate nelle biblioteche di tutto il mondo, e di cui si parla con riverenza, hanno sempre suscitato in me una profonda impressione. Che io ora mi aggiunga ai nomi di una lista simile mi lascia veramente senza parole.”
Il cantautore americano ha dichiarato che in vita sua non aveva mai pensato di vincere questo premio: l’improbabilità di vincerlo sarebbe stata equiparabile, per lui, a fare un viaggio sulla Luna!
Il cantautore ha anche scritto che per lui suonare davanti a cinquanta persone è più difficile che suonare davanti a 50.000 persone. Quando il pubblico è esiguo, l’identità e l’individualità vengono percepite in modo molto diverso.
“La vostra onestà e il modo in cui è collegata alla profondità del vostro talento è messa alla prova. Il fatto che il comitato che assegna il Nobel sia così ridotto per me è di grande valore.”
“Le mie canzoni sono letteratura?”
Dylan si è paragonato a Shakespeare, nel momento in cui ha avuto la notizia dell’assegnazione del premio:
“Come Shakespeare, anch’io spesso sono impegnato a perseguire i miei sforzi creativi e devo fare i conti con tutti gli aspetti delle questioni banali della vita. “Chi sono i migliori musicisti per queste canzoni?” “Sto registrando nello studio giusto?” “Questa canzone è nella tonalità giusta?”. Certe cose non cambiano mai, anche in 400 anni. Non ho mai avuto il tempo di chiedere a me stesso, “Le mie canzoni sono letteratura?”.
A quanto pare, per l’Accademia, lo sono eccome. Per questo Dylan si è detto felice di aver ricevuto questa inattesa risposta “meravigliosa” alla sua non-domanda.