I fatti di cui è accusato risalirebbero al 2003 e sarebbero accaduti durante un volo in elicottero.
Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe, avrebbe “palpeggiato, baciato, e penetrato a forza con le dita” una donna nel 2003 durante un volo di 40 minuti dalla Contesa di San Diego a Van Nuys, in California, cercando inoltre di costringerla e “compiere un atto sessuale orale“. Questo è quanto riportato nella denuncia presentata da una donna, rimasta anonima, contro il musicista.
Coinvolto anche il pilota
Ad essere coinvolto nella vicenda non sarebbe il solo Tommy Lee. Infatti, stando sempre a quanto si legge nel testo integrale della denuncia, i fatti riguarderebbero anche il pilota dell’elicottero: David Martz, che avrebbe conosciuto la querelante circa un anno prima degli avvenimenti, nella banca in cui la donna lavorava come impiegata.
Qualche mese dopo essere diventati amici Martz aveva invitato la donna a fare un giro panoramico sull’elicottero e lei aveva accettato. Però, una volta giunti sulla pista, il pilota avrebbe deciso un improvviso cambio di programma: non avrebbero più volato sopra San Diego come deciso precedentemente, ma si sarebbero diretti verso Van Nuys come “taxi” privato di Lee.
I fatti riportati nella denuncia
Dopo pochi minuti dal decollo, si legge, il pilota avrebbe cominciato a servire alcolici ai passeggeri, bevendo lui stesso nonostante fosse alla guida del velivolo. La donna a quel punto sarebbe rifiutata di bere, mentre Tommy Lee e il pilota avrebbero continuato per tutto il tempo, aggiungendo anche delle sniffate di cocaina.
A causa della grande pressione subita la donna avrebbe poi acconsentito alla richiesta di Martz di entrare nella cabina di pilotaggio e di sedersi sulle gambe di Lee per “godersi la vista”. A quel punto,secondo il resoconto della donna, Lee avrebbe tentato un approccio sessuale, cercando di obbligarla a un rapporto orale.
Dopo il volo, Martz e la querelante non restarono in contatto e Il pilota morì nel 2015 in un incidente aereo. Dopo la morte venne resa nota la sua storia turbolenta con la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti, ossia l’organo di controllo per l’aviazione civile interno al Ministero dei Trasport, la quale gli avrebbe revocato per tre volte la licenza di volo.
La presunta vittima ha dichiarato che gli eventi le avrebbero causato “shock, malessere, umiliazione, vergogna e senso di colpa“, e che, credendo si trattasse di un caso isolato, e che la polizia non le avrebbe creduto, avevo deciso di non sporgere denuncia subito dopo i fatti. Adesso finalmente, invece, potrebbero emergere sempre più dettagli sugli episodi di molestie e violenze compiute a bordo dell’elicottero di Martz.