Vasco Rossi: “Non credevo di sopravvivere”

Vasco Rossi: “Non credevo di sopravvivere”

Vasco Rossi si racconta in un’intervista e svela di non riuscire a credere di essere sopravvissuto alla sua vita spericolata: “Credevo di morire a 35 anni”

Vasco Rossi si racconta in un’intervista a Vanity Fair e si dice sbalordito della sua riuscita. Ma sopratutto non riesce a credere di essere sopravvissuto alla sua vita spericolata. “Ero programmato per morire giovane, come ogni rockstar che si rispetti. Al massimo a 35 anni. Facevo solo quello: scrivevo canzoni e facevo concerti. Tutto quello che stava intorno non mi interessava. Ero pronto a morire sull’altare del rock’n’roll. Poi mi son ritrovato vivo. È stata durissima. Sarei curioso di vedere Kurt Cobain cosa avrebbe fatto se fosse rimasto vivo”.

La vita spericolata di Vasco Rossi

Vasco ha le idee ben chiaro sulla vita: dev’essere degna di essere vissuta. “Non è tanto importante quanto vivi, ma come. Spingevo molto sull’acceleratore. Non dormivo mai. Ho vissuto il doppio di vita. Bruciavo la candela da tutte e due le parti. Una notte mi sono addormentato mentre guidavo e sono finito dritto contro un albero. Incidente spaventoso e non mi sono fatto niente. Anche da piccolo ero vivace. Ma non mi hanno dato il Ritalin. Forse è per quello che non mi sono sparato come Cobain. Anzi. A 12 anni mia madre mi ha mandato a fare un concorso canoro. Si chiamava l’Usignolo d’oro, a Modena. Tipo lo Zecchino d’Oro ma senza la tv. Una roba di paese fatta per le mamme. Vestivano i bambini, gli facevano la banana in testa e via sul palco a cantare”.

Il suo rapporto con la malattia

Vasco parla anche della sua malattia: “Dopo due o tre anni di attività molto intensa, poco dormire, sempre in attività, sono crollato. Non ero mai stato malato più di tre giorni e non ero mai stato all’ospedale. Nella vita ho sempre spinto molto su l’acceleratore. E a un certo punto sono morto. Sono rimasto 15 giorni con un dolore che non si può spiegare a un fianco. Sono andato all’ospedale e ci sono stato per 6 mesi. Ho scoperto un altro mondo, quello della sofferenza, gli infermieri che sono degli angeli. E siccome tutte le esperienze sono vita l’ho usata per togliermi anche qualche menata che avevo. Quelle che ti vengono quando stai troppo bene. Mi sono dato una bella ridimensionata“.

Fonte Foto: Facebook