Il concept album più famoso della storia, The Wall dei Pink Floyd, compie 40 anni: ecco alcune curiosità su questo storico doppio disco.
“We don’t need no education, we don’t need no thought control“, che canzone ti viene in mente? È una domanda retorica: sappiamo, perfettamente, che queste due “semplici” frasi possono far venire in mente un’unica e iconica canzone: Another Brick in the Wall.
L’album dei Pink Floyd che da quel brano porta il nome compie quarant’anni: in quattro decadi, infatti, non abbiamo minimamente dimenticato questo pezzo che ancora oggi canticchiamo.
Ciò accade perché si tratta di un brano che ha avuto un grande impatto nella società del tempo: un testo intelligente e ribelle che non poteva – di certo – essere dimenticato.
The Wall dei Pink Floyd compie 40 anni
Se chiedi a qualcuno qual è il suo album dei Pink Floyd preferito, non sarà in grado di sceglierne uno. Diranno The Dark Side Of The Moon per Time forse, o Wish You Were Here, l’album che prende maggiormente il cuore.
Ma l’importanza di The Wall è forse ancora più grande dei due capolavori precedentemente nominati. E lo è per le proporzioni dell’album e del suo tour, ma anche per le conseguenze avute sulla società e sul gruppo stesso.
Ecco il video di The Wall:
Il brano che dà il titolo al disco ha avuto un forte impatto sulla mente delle persone perché descrive una lotta che non appartiene solo ai Pink Floyd, ma rappresenta una storia universale.
Costruiamo muri per tenere fuori gli “altri“. Eppure, quando ci ritroviamo traditi da noi stessi, rimaniamo sepolti tra queste mura, e l’unica cosa che possiamo fare è evocare un po’ di coraggio e distruggere tutto.
The Wall: il messaggio della canzone
Il muro è un grido contro il sistema. ‘Mettiti in fila!‘ Ti viene detto, fin dalla tua infanzia. Una fila per entrare in classe, una fila per i pranzi scolastici, una fila per ogni cosa.
Dovevi sederti correttamente, non ridere troppo forte, non correre dappertutto come un bambino selvaggio perché eri un ragazzino.
Quanto avresti voluto avere supporto, qualcuno che potesse dire con te che non volevi essere istruito e guidato forzatamente in tutto, dall’apprendimento alle filosofie della vita, perché – in fondo – era quello che ci si aspettava ma che, in realtà, non si voleva affatto seguire. Volevi ribellarti e gridare: “Non abbiamo bisogno di educazione!“.
E questo è il messaggio di fondo del brano simbolo di questo doppio album che ha segnato l’acme del successo dei Pink Floyd e il loro inevitabile declino dopo l’addio di Roger Waters (che abbandonò la band dopo il seguente The Final Cut). Un album che ancora oggi risulta attuale in una società che ha abbattuto molti muri, ma ne ha continuati a costruire, purtroppo, altri ancora più alti e apparentemente invalicabili.
FONTE FOTO: https://www.facebook.com/pinkfloyd/