The Beatles, Revolver: la tracklist e i segreti di uno degli album più amati dei Fab Four, un capolavoro della storia della musia mondiale.
Tra gli album indimenticabili della carriera dei Beatles un posto speciale lo occupa senza ombra di dubbio Revolver. Settimo disco nella storia dei Fab Four, uscì il 5 agosto 1966. Prodott da George Martin, il ‘quinto Beatle’, è il un lavoro che fa essenzialmente da ponte tra la loro carriera beat e pop rock e quella vena psichedelica che poi esploderà totalmente in Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club.
E sulla sua importanza nella storia ci sono pochi dubbi. Per Rolling Stone è al 3° posto nella classifica dei migliori album di sempre, per New Musical Express è addirittura al secondo posto. Insomma, è all’unanimità considerato un capolavoro assoluto. Andiamo a scoprire il perché.
The Beatles, Revolver: la storia dell’album
Sul finire del 1965 la beatlesmania era ormai una realtà consolidata, e gli ininterrotti live in tutto il mondo iniziavano a irritare i quattro musicisti, che vedevano in questi impegni senza fine un limite per il loro lavoro artistico.
Fu così che decisero d’un tratto di privilegiare la scrittura e la composizione in studio, a discapito dei concerti. Suonarono ancora una volta negli Stati Uniti, ma quello del 29 agosto 1966 a San Francisco fu di fatto la loro ultima esibizione in pubblico.
Con più tempo a disposizione, i quattro iniziarono a elaborare nuove canzoni e a rendersi conto di essersi incamminati su percorsi differenti tra loro. Ma fu proprio questa differenza di ricerche che portò al risultato unico e irripetibile di Revolver.
D’altronde, fu questo l’inizio del ‘passaggio di consegne’ tra Lennon e McCartney. Il bassista, proprio da quest’album, cominciò a giocare un ruolo più importante all’interno della band.
Revolver: la tracklist
L’album si apre con George Harrison e con il brano Taxman, in cui la chitarra solista è suonata da McCartney. Portano la firma di George anche Love to You, misticheggiante e ricca di richiami all’india (come si evince dalla presenza del sitar), e I Want to Tell You.
Paul McCartney mette invece la sua firma su alcuni dei pezzi più melodici dell’album, come Good Day Sunshine, For No One e soprattutto Here, There and Everywhere (la sua canzone preferita di sempre). Ma il bassista non dimentica il rock, in canzoni come Got to Get You into My Life o la splendida Eleanor Rigby, basta su un ottetto d’archi. Sua anche Yellow Submarine, cantata da Ringo.
Nell’album del passaggio dalla predominio di Lennon a quello di McCartney, sono però i brani del primo a fare veramente la differenza, segnando un momento di svolta nella carriera della band. Basti pensare a I’m Only Sleeping, in cui i nastri della chitarra vengono fatti girare al contrario. O She Said She Said, che trova ispirazione nell’LSD. Ma è soprattutto Tomorrow Never Knows a segnare il passaggio alla psichedelia dei Beatles.
Questa la tracklist dell’edizione inglese del disco:
1 – Taxman
2 – Eleanor Rigby
3 – I’m Only Sleeping
4 – Love You To
5 – Here, There and Everywhere
6 – Yellow Submarine
7 – She Said She Said
8 – Good Day Sunshine
9 – And Your Bird Can Sing
10 – For No One
11 – Doctor Roberto
12 – I Want to Tell You
13 – Got to Get You into My Life
14 – Tomorrow Never Knows