L’ex Pink Floyd Roger Waters prende una volta ancora posizione sulle questioni di politica internazionale: il musicista difende Cina e Russia e attacca l’Occidente.
Quando si affronta un’intervista con Roger Waters su tematiche importanti, come la politica internazionale, può succedere davvero di tutto. Lo ha imparato a sue spese Michael Smerconish, giornalista della CNN che, negli scorsi giorni, ha avuto modo di scambiare qualche opinione con l’ex Pink Floyd su diverse questioni, dalla crisi di Taiwan alla guerra in Ucraina. E come sempre il musicista britannico non si è rifugiato dietro qualche luogo comune, ed è andato all’attacco del mondo occidentale, Stati Uniti in testa!
Roger Waters difende la Cina nella crisi di Taiwan
A scatenare l’ira dell’ex Pink Floyd nei confronti del conduttore è stato il modo con cui è stata toccata la questione di Taiwan. Spiega infatti l’artista: “Taiwan non è circondata dalla Cina, Taiwan è parte della Cina: è scritto in un trattato riconosciuto a livello internazionale sin dal 1948, prendilo e leggilo!“.
Quando poi il giornalista ha criticato i momenti apertamente politici nei suoi concerti, tra cui un montaggio in cui viene mostrato Joe Biden tra i criminali di guerra, Waters ha spiegato, senza troppi giri di parole, che per lui il presidente americano va considerato così: “Tanto per cominciare sta alimentando il fuoco in Ucraina, ed è un crimine enorme. Perché gli Stati Uniti d’America non incoraggiano Zelensky a negoziare, evitando la necessità di questa orribile, orrenda guerra?“.
Quando il conduttore lo ha incalzato dicendogli che così stava dando colpe della guerra alla parte invasa, e non agli invasori, Roger ha replicato affidandosi alla storia, e ricostruendo a ritroso la guerra come una reazione da parte della Russia all’avvicinamento eccessivo della Nato ai propri confini, già dal 2008. Un avvicinamento che andava a infrangere la promessa fatta a Gorbaciov durante il ritiro dell’Urss dall’Europa orientale.
Roger Waters attacca l’Occidente
La discussione si è quindi fatta sempre più accesa, soprattutto dopo che il giornalista gli ha chiesto come leggesse, in tal senso, il “nostro ruolo di liberatori“. La replica di Waters è stato semplicemente che non abbiamo avuto alcun ruolo di liberatori, e ha quindi snocciolato altri episodi e fatti relativi alla Seconda guerra mondiale. La chiacchierata si è quindi chiusa con queste parole: “Ti suggerirei, Michael, di andare a leggere un po’ di più e poi cercare di capire cosa farebbero gli Stati Uniti se i cinesi mettessero missili con armamento nucleare in Messico e Canada…“.
Di seguito un video dell’intervista di Waters: