Rita Pavone contro il Pride: “Detesto le ostentazioni”

Rita Pavone contro il Pride: “Detesto le ostentazioni”

Nonostante si sia sempre dichiarata a sostegno dell’omosessualità, Rita Pavone ha rivelato di non condividere le ostentazioni del Pride.

Stanno facendo molto discutere le recenti dichiarazioni di Rita Pavone a proposito del Pride. Nonostante nella sua carriera abbia scritto ed interpretato brani progressisti come “La partita di pallone” e “Datemi un martello“, in cui affronta temi come l’omosessualità e il femminismo, oggi la cantante si è avvicinata a posizioni molto più conservatrici. Ecco cosa ha dichiarato Pavone in una recente intervista a Andrea Laffranchi del Corriere della Sera.

Rita Pavone: “Odio le ostentazioni”

Partendo proprio dai suoi brani in cui si affronta il tema dell’amore omosessuale, Rita Pavone ha dichiarato: “Ho sempre preceduto gli eventi. Bisogna parlare della vita per quello che è e ho voluto raccontare storie di donne, fra cui questa che però ha una fine molto drammatica. Non è giusto, ognuno deve poter amare chi ha voglia di amare“.

La cantante però non apprezza gli eccessi e non ha una buona opinione dei Pride: “Però io detesto tutte le ostentazioni che sviliscono l’amore, quando vedo i sederi all’aria al gay pride non mi piace“.

Rita Pavone

Il giornalista le spiega che il Pride è parte integrante e fondamentale della battaglia per i diritti e lei risponde: ” Può darsi, ma io sono una boomer e la mia educazione sentimentale era molto diversa. Sono arrivata illibata al matrimonio e so che i miei figli ridono, ma i tempi erano altri. Oggi è diverso e va bene, però nessuno critichi me“.

Le accuse di simpatie fasciste

Negli anni Rita Pavone ha subito diverse critiche per le sue posizioni politiche e sociali. In particolare, la cantante è stata accusata di avere simpatie fasciste che lei, però, ha sempre negato.

In un intervista del 2023 per Fanpage.it, ha dichiarato: “Questa cosa che sono fascista è una cosa che si sono inventati. Io sono una liberale, ascolto tutti, mi piaceva molto la tavola rotonda degli anni 70, quando si vedevano tutti i componenti di partiti che parlavano, ognuno diceva la sua e tu potevi dire che uno o l’altro non erano male. Adesso invece no, vanno con i paraocchi, ma dicano quello che vogliono, io so chi sono”.

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