Rancore, Xenoverso: la recensione del quinto album del rapper romano protagonista a Sanremo negli ultimi anni.
Di artisti come Rancore in Italia non ce ne sono molti. Un rapper fuori dagli schemi, un artista dalla penna fluente, dalla lingua tagliente, in grado di costruire rime complicate, di rappare con un flow fluido ma complesso su beat a dir poco intricati. Un cantautore che se ne frega di risultare difficile. Anzi, cerca di riuscire a descrivere i propri mondi complessi attraverso un linguaggio non diretto, ma necessario.
Lo ha fatto in passato e lo fa in questo Xenoverso che è qualcosa di più di un concept album. Un disco dalle molteplici letture, a più dimensioni, da leggere, ascoltare, vivere, in maniera il più possibile immersiva, lasciandosi trasportare da una trama che può confondere, ma non può non emozionare.
Rancore, Xenoverso: la recensione
Dai ritmi ballabili di Equatore con Margherita Vicario a X Agosto, in featuring immaginario con Giovanni Pascoli. Dire che Xenoverso sia un album banale o prevedibile sarebbe più di una menzogna. Se c’è un artista che è sempre in grado di stupire, questo è Rancore.
Anche in questo album Tarek supera se stesso. D’altronde, si tratta di un progetto sul quale ha lavorato a lungo, per circa quattro anni, se è vero, come raccontato dallo stesso rapper, che la sua genesi parte dal 2018, con due brani che sono stati presi da questo Xenoverso e inseriti nella tracklist del precedente album, Musica per bambini, stabilendo un rimando, un richiamo e un collegamento che mostra chiaramente la visione d’insieme del rapper romano.
Una visione che racchiude anche la partecipazione a Sanremo 2020 con Eden, brano premiato dalla Critica e che è stato inserito in questo album, a due anni di distanza. Perché Tarek è così, non ricerca il successo, ricerca l’espressione del proprio mondo. Un mondo che non può stare lì a guardare se sia meglio dal punto di vista del marketing agire in un modo piuttosto che in un altro. Non a caso sono pochi anche i featuring in questo album che, possiamo scommetterci, non raccoglierà il successo meritato.
C’è Nayt, amico e collega che con lui condivide più del talento, c’è Dardust alla produzione di Eden, c’è Margherita Vicario nel brano più leggerino e ballabile dell’intero disco. E poi basta. Non c’è bisogno di altro per rendere completo e complesso il fiume di parole che porta Rancore a dialogare, idealmente o praticamente, con Pascoli o con un gruppo di filosofi “zombie” che sono lì, pronti a riconquistare un posto nel mondo.
Per comprendere appieno Xenoverso servirebbe una guida, un Virgilio che possa spiegarci nel dettaglio le infinite letture che ogni verso può regalare. Ma forse sarebbe troppo, perché non tutto va compreso, e anzi alcune cose vanno lette filtrandole con le proprie esperienze. Solo così si possono vivere davvero le emozioni che un artista come Rancore vuole condividere e regalare a tutti coloro che hanno la pazienza di dedicargli del tempo. Un tempo che in questo non è mai sprecato.
Xenoverso: la tracklist
1 – Ombra
2 – Freccia
3 – Federico
4 – Guardie&Ladri (feat. Nayt)
5 – Cronosurfisti (skit)
6 – Lontano 2036
7 – X Agosto 2048
8 – Arakno 2100
9 – Guerra dei versi (skit)
10 – Le rime (gara tra 507 parole)
11 – Fantasia
12 – Ignoranze funebri
13 – Eden (feat. Dardust)
14 – Equatore (feat. Margherita Vicario)
15 – Xenoverso
16 – Questa cosa che io ho scritto mi piace
17 – Io non sono io
Voto: 8-
Di seguito il video di Arakno 2100: