L’ex batterista degli AC/DC condannato a sette mesi di domiciliari, ieri, mentre in serata il gruppo si esibiva all’autodromo di Imola davanti a oltre 90.000 spettatori.
Mentre gli AC/DC infiammavano Imola e i 90.000 spettatori che ieri hanno assistito al concerto della band, uno degli ex componenti, Phil Rudd, veniva condannato a otto mesi di arresti domiciliari per detenzione di droga e minacce di morte. L’ex batterista degli AC/DC, al momento dell’arresto nel novembre scorso, era ancora parte integrante del gruppo, ma proprio per queste accuse fu allontanato dalla band.
Phil Rudd rischiava una condanna fino a sette anni nel processo che si è tenuto in Nuova Zelanda: dopo il flop dell’album da solista, “Head Job” aveva minacciato di morte un ex impiegato e sembra che avesse chiesto ad un conoscente di farlo fuori. Conoscente che però si è rivolto alla polizia e ha denunciato Rudd: il pagamento per il “favore” consisteva in 200.000 dollari, una motocicletta e una delle macchine di Rudd o in alternativa un appartamento. A seguito della denuncia e della perquisizione dell’appartamento di Phil Rudd, la polizia ha trovato cannabis, metanfetamine e altre droghe.
L’allontanamento dalla band non ha scoraggiato il batterista: “Sono sicuro che si stanno godendo questo tour con Chris Slade, ma ci sarà un altro tour in futuro, e io farò parte della lineup. Andremo avanti per sempre, ci fermeremo solo davanti alla morte. Ho capito gli errori che ho commesso, ora posso solo migliorare”.
Si sono sicuramente goduti anche il live di ieri sera, all’Autodromo di Imola, gli AC/DC: nonostante l’assenza di Rudd, sostituito da Chris Slade che aveva fatto parte della band tra il 1990 e il 1994.