Neil Young, il lancio di Heart e poi il tour italiano

Neil Young, il lancio di Heart e poi il tour italiano

Nessuna voglia di smettere per Neil Young, sempre sulla cresta dell’onda: il nuovo progetto si chiama Heart, e a luglio sarà in Italia.

Una lunga carriera alle spalle e nessuna voglia di smettere: Neil Young si prepara al tour che lo vedrà protagonista anche in Italia, a luglio, forte dei suoi 71 anni e della voglia di stupire ancora, specialmente con la musica e con l’album, Heart, prossimo all’uscita. Album realizzato insieme alla band che lo accompagna in tournée: si tratta di Promise of The Real, la band di Lukas Nelson, figlio di Willie Nelson, in cui suonano Anthony Logerfo , Corey McCormick e Tato Melgar. In totale 13 canzoni, novantotto minuti di musica, al fianco della quale si trovano anche i suoni della natura. Voci di animali, suoni catturati tra gli alberi, uccelli, mammiferi e applausi del pubblico.

Le tappe italiane

A luglio, come detto, Neil Young sarà nel nostro Paese. Il 13 luglio all’Anfiteatro Camerini di Piazzola Sul Brenta (PD), il 15 luglio al Teatro delle Terme di Caracalla a Roma, il 16 luglio in Piazza Napoleone al Lucca Summer Festival, e il 18 luglio al Market Sound di Milano.

Dell’album, Heart, Neil Young ha parlato nel corso di un’intervista a Repubblica. È come viaggiare nel tempo. Mi piace l’idea di poter viaggiare con la mente, di poter andare da un posto all’altro con la fantasia, chiudere gli occhi e farsi trasportare dalla musica, poter andare in giro per il mondo, ovunque perché l’immaginazione è infinita. Nella musica non amo le situazioni certe, prestabilite, molti progetti musicali oggi sono fatti così fatti, c’è una storia, un editing, un montaggio, delle regole, dei tempi. Tutto questo ha poco a che fare con la musica, che è nella tua mente, è nel tuo corpo.

La genesi del disco

Un progetto nato per caso, come sottolinea lo stesso artista: Avevo pensato di realizzare un album dal vivo e ho iniziato ad ascoltare le performance, tutte, circa 26 show suonati con i Promise of the Real. Ho scelto le performance migliori e, casualmente, tutte le canzoni avevano un legame con la terra. Ho cominciato a vederlo quindi come un unico flusso, come un lavoro unitario, ed è diventato naturale aggiungere i suoni della natura e alcune parti vocali, una sorta di contrappunto qui e la. Ma sono le uniche aggiunte successive, il resto è tutto fedele alle performance dal vivo.