Mumford and Sons, Wilder Mind in uscita il 4 maggio
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Mumford and Sons, Wilder Mind in uscita il 4 maggio

Mumford and Sons.

Si avvicina sempre più  l’uscita del nuovo album dei Mumford and Sons “Wilder mind”.

“WILDER MIND”, il nuovo disco dei Mumford and Sons disco, si distacca in modo significativo dai precedenti “Sigh No More” (2009) e “Babel” (2012), è stato registrato agli Air Studios di Londra e prodotto da James Ford (Arctic Monkeys, HAIM, Florence + The Machine). Alcune delle nuove canzoni sono state scritte e preregistrate con Aaron Dresner dei The National in un garage studio di Brooklyn.

Per questo nuovo lavoro la band è anche tornata a scrivere e registrare negli Eastcote Studios di Londra dove è nato “Sigh No More” e ha lavorato al nuovo album in Texas.
Questa la tracklist della versione standard: “Tompkins Square Park”, “Believe”, “The Wolf”, “Wilder Mind”, “Just Smoke”, “Monster”, “Snake Eyes”, “Broad-Shouldered Beasts”, “Cold Arms”, “Ditmas”, “Only Love”, “Hot Gates”.
A queste tracce si aggiungono nella versione deluxe le version live di “Tompkins Square Park”, “Believe”, “The Wolf” e “Snake Eyes”.

Dopo le primissime sessioni a New York e Londra, la band ha subito mostrato un diverso approccio non solo alla scrittura e alla registrazione, ma anche nei confronti delle atmosfere e delle dinamiche: una nuova sensazione, quasi minimalista allorché di ampio respiro, percorre questo album che Marcus Mumford descrive come “uno sviluppo, non un distacco”.
Tutto è successo un po’ per caso e un po’ per decisione consapevole: “Verso la fine del tour di Babel, suonavamo sempre nuove canzoni durante il sound check, e in nessuna c’era spazio per il banjo o per una kick-drum. Non ci siamo mai detti: no strumenti acustici, ma penso che ognuno di noi avesse in sé il desiderio di fare qualcosa di diverso. Il nostro modo di scrivere non è cambiato drasticamente, si è solo fatto guidare dal desiderio di non fare ancora la stessa cosa. In più ci siamo innamorati della batteria, semplicemente!”
“È stata una cosa completamente naturale” dice Ben Lovett, “come quando abbiamo cominciato a suonare. È stata una cosa tipo: qualcuno suonava una chitarra elettrica, la batteria si aggiungeva per completare il suono al meglio, e dal punto di vista del suono aveva senso aggiungere un synth o un organo. Abbiamo scelto strumenti che suonano bene tra loro, senza cercare a tutti i costi di cambiare.”

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ultimo aggiornamento: 23 Aprile 2015 14:48

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