Addio a Neil Peart, fenomenale batterista dei Rush

Addio a Neil Peart, fenomenale batterista dei Rush

È morto Neil Peart, batterista dei Rush: il leggendario artista canadese si è spento all’età di 67 anni.

La storia del rock perde un altro dei suoi pezzi più pregiati. È morto Neil Peart, storico batterista e paroliere canadese dei Rush, una delle formazioni più importanti di tutti i tempi nel Nord America e non solo.

L’artista si è spento a 67 anni a Santa Monica, in California, dopo una battaglia durata diversi anni con un tremendo cancro al cervello. La morte è avvenuta il 7 gennaio, ma è stata annunciata dagli stessi Rush attraverso i propri account social solo il 10 gennaio.

Morto Neil Peart, batterista dei Rush

Sui social i Rush hanno confermato e diffuso la notizia della scomparsa di Neil, aggiungendo: “Chiediamo che amici, fan e media rispettino comprensibilmente il bisogno di privacy e di pace della famiglia in questo momento estremamente doloroso e difficile. Coloro che desiderano esprimere le loro condoglianze possono scegliere un gruppo di ricerca sul cancro o un ente di beneficenza di propria scelta e fare una donazione a nome di Neil. Riposa in pace, fratello“.

Bacchette batteria

Entrato nei Rush nel 1974, dopo la pubblicazione dell’album di debutto di Geddy Lee e compagni, Neil aveva partecipato attivamente alla storia del gruppo, scrivendo la gran parte dei testi delle loro straordinarie canzoni.

Chi era Neil Peart

Artista di assoluto talento, Neil era nato il 12 settembre 1952 ad Hamilton. Nel corso della sua carriera aveva ricevuto un grandissimo onore: nel 1983 era stato ammesso nella Modern Drummer Hall of Fame, diventando in quel momento l’artista più giovane a riuscire a entrare nell’arca della gloria dei batteristi.

Con i Rush era entrato invece nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2013, introdotto da Foo Fighters dell’amico Dave Grohl. E proprio l’ex Nirvana in queste ore ha scritto uno splendido tributo al batterista dei Rush, attraverso questo post: “Oggi il mondo ha perso un vero gigante della storia del rock. Un’ispirazione per milioni di persone con un sound riconoscibile che ha invogliato generazioni di musicisti (tra cui me stesso) a prendere due bacchette e inseguire un sogno“.

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