A due anni di distanza dalla morte di Prince, l’autopsia rivela che nel suo corpo erano presenti dosi massicce di Fentanyl, un farmaco usato per il dolore cronico.
Le indagini sulla morte di Prince non si fermano, e a quasi due anni da quel 21 aprile 2016, in cui il cantante fu ritrovato morto nella sua casa di Paisley Park, negli Stati Uniti, l’autopsia rivela altri dettagli. Nel corpo del famoso cantante di Purple Rain sarebbe stato rinvenuto un dosaggio (di molto superiore alle dosi consentite) di Fentanyl, un oppiaceo utilizzato per cercare di mitigare i sintomi del dolore cronico.
Prince: la morte causata dal Fentanyl
Il Fentanyl potrebbe essere stato la causa della morte prematura di Prince, scomparso a 58 anni nella sua residenza in Minnesota. Il farmaco, usato dal cantante per i suoi disturbi di dolore cronico, è stato trovato nel suo sangue nella percentuale di 67.8mg per litro, quando già 58 microgrammi sono considerati un dosaggio potenzialmente letale.
“Un quantitativo così alto nel sangue è eccessivo anche per chi soffre di dolori cronici“, ha dichiarato Lewis Nelson, tossicologo interpellato da Associated Press riguardo alla vicenda. Le indagini sono ancora in atto, e per il momento non c’è stata nessuna incriminazione riguardo alla scomparsa del cantante.
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Il ritrovamento degli oppiacei nella casa di Prince
Già a seguito della sua scomparsa, la polizia aveva rivelato che nella casa del cantante fosse presente una grandissima quantità di oppiacei, e che probabilmente la sua morte prematura sarebbe stata da imputare agli stessi. Il Fentanyl è considerato un oppiaceo 50 volte più potente dell’eroina, e in grado di generare dipendenza anche in maniera più smodata.
Solo un anno prima della sua scomparsa, e cioè nel 2015, erano usciti attraverso la piattaforma Tidal i due ultimi album in studio di Prince: HITNRUN phase I e HITNRUN phase II.
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