Millennial, talento e social: il nuovo volto del branded entertainment in Italia

Millennial, talento e social: il nuovo volto del branded entertainment in Italia

Come i creator-artisti italiani stanno riscrivendo le regole dell’intrattenimento digitale e offline, unendo talento, professionalità e marketing creativo.

Roma guida la scena con il 62% dei talent, mentre il 40% dei creator porta il proprio talento anche offline, tra palchi, eventi e spettacoli dal vivo. Scopriamo come si sta ridisegnando il rapporto tra pubblico, brand e intrattenimento, in una nuova scena culturale che valorizza talento, professionalità e storytelling.

Dai social al palcoscenico: un nuovo modo di vivere l’intrattenimento

Nati inizialmente per mantenere i contatti con amici e familiari, i social network sono diventati una vera alternativa alle fonti di intrattenimento tradizionali. Gli utenti si posizionano davanti allo smartphone anche per riempire il tempo libero (39%), scoprire nuove storie (34%) e cercare contenuti di qualità (30%), dagli approfondimenti ai video, consumati ogni giorno dal 92% degli utenti con accesso a internet.

Tra i contenuti più seguiti, i video musicali attirano il 49% dell’attenzione, seguiti da contenuti virali, meme e comedy (35%), come evidenziato da questo report, a dimostrazione di quanto l’intrattenimento sia oggi una leva potente della fruizione digitale. Ma chi realizza questi video che divertono, emozionano o diventano virali in poche ore?

“La risposta non è così scontata. Dietro a quei minuti di intrattenimento ci sono sempre più spesso professionisti con esperienze artistiche consolidate, talenti che hanno saputo tradurre linguaggi teatrali, televisivi o performativi in un nuovo formato digitale che si può trasformare in branded entertainment, facendo così dell’intrattenimento un motore di marketing”, spiega Francesco Rellini, Co-Founder e Head of Business di Wonty Media.
“Non improvvisati, dunque, ma creator capaci di unire ironia e tecnica, spontaneità, pianificazione e strategia, dando vita a un ecosistema che sta diventando molto più complesso e strutturato di quanto suggerisca lo stereotipo dell’influencer al quale siamo abituati”.

Il branded entertainment che smonta gli stereotipi: largo agli artisti-creator

Per approfondire il tema e sfatare gli stereotipi sui creator, Wonty Media ha condotto un’analisi interna, esplorando tre dimensioni: identità generazionale dei talent, distribuzione geografica del branded entertainment e rapporto tra presenza online e performance offline. Il risultato è un quadro aggiornato del settore, che mette in luce un fenomeno in continua evoluzione.

Sui social non c’è solo la Gen Z: il 78% del branded entertainment è in mano ai Millennial

Quando si parla di creator e influencer, l’immaginario comune corre subito alla Generazione Z: giovanissimi padroni dei trend digitali. Tuttavia, i dati di Wonty Media raccontano una storia diversa: l’età media dei talent coinvolti nel settore è di poco superiore ai 36 anni.

  • Millennial: 78%
  • Generazione X: 12%
  • Gen Z: 9%
  • Boomer: 2%

Quello dei social non è quindi un fenomeno guidato solo dai nativi digitali, ma anche un terreno in cui maturità professionale e esperienza giocano un ruolo determinante, soprattutto nel branded entertainment, dove a fare la differenza sono professionisti capaci di combinare competenze artistiche e capacità strategiche.

I risultati dell’analisi condotta da Wonty Media sull’identità generazionale dei talent – notiziemusica.it

Roma capitale del branded entertainment (62%), ma i creator arrivano da tutta Italia

Se Milano è tradizionalmente considerata centro della tecnologia e del business, nel branded entertainment il baricentro si sposta verso Roma. Il 62% dei talent risiede nella capitale, città che con la sua eredità culturale e creativa – tra Cinecittà, cinema e audiovisivo – rappresenta il cuore pulsante di una scena che unisce entertainment classico e content creation contemporanea.

Sul podio seguono Milano (24%) e Napoli (7%), mentre la concentrazione regionale vede Lazio (64%), Lombardia (26%) e Campania (7%). Tuttavia, la rete dei creator si estende anche ad altre regioni: Umbria (Perugia e Terni), Puglia (Bari e Lecce), Toscana (Pisa e Pistoia), Sicilia (Catania), Emilia-Romagna (Parma) e Piemonte (Torino).
Questa panoramica sottolinea come il branded entertainment non sia più appannaggio esclusivo dei grandi centri urbani, ma un fenomeno che cresce anche in province medio-piccole, diventando un linguaggio condiviso su tutto il territorio nazionale.

Dal palco ai social (e ritorno): il nuovo linguaggio che unisce digitale e scena tradizionale

Il branded entertainment si muove tra palcoscenico tradizionale e ribalta digitale. I dati mostrano che il 60% dei creator si dedica al comedy sui social, mentre il 40% è attivo anche in contesti dal vivo, il 33% lavora come host e il 31% come attore o attrice.

Questa contaminazione nasce da due percorsi: alcuni provengono dall’arte tradizionale e trovano nei social un palcoscenico libero; altri crescono online e approdano poi a esperienze offline. In entrambi i casi si crea un circolo virtuoso che intreccia talenti, pubblici e linguaggi, rendendo possibile vivere di arte in modi prima impensabili.

“È proprio in questo continuo scambio tra online e offline che il branded entertainment trova la sua forza”, conclude Francesco Rellini.
“Mai come oggi si può parlare di un’epoca in cui l’intrattenimento diventa marketing e fa marketing: il contenuto non è solo veicolo di engagement, ma anche performance artistica basata su studio, pianificazione e professionalità. I social hanno reso possibile ciò che fino a pochi anni fa sembrava un privilegio per pochi: vivere di arte. Così, il branded entertainment non si limita a creare valore per i brand, ma restituisce anche dignità e nuove prospettive a una generazione di artisti che, grazie al digitale, ha potuto trasformare il talento in carriera. In questo percorso Wonty si pone come precursore e portavoce del trend, promuovendo contenuti di qualità che non solo intrattengono, ma premiano l’arte e la professionalità, valorizzando il lavoro creativo dei talent”.