Michele Bravi: “Io gay? Per ora non sono pronto a raccontare”

Michele Bravi: “Io gay? Per ora non sono pronto a raccontare”

Michele Bravi in un’intervista: “Dopo X-Factor depressione e terapia. Sulla mia omosessualità scherzo, ma non sono pronto a parlarne”

Michele Bravi si racconta in una lunga intervista  a Vanity Fair e racconta il difficile momento seguito alla vittoria del talent show X-Factor. Il ragazzo aveva solo 18 anni quando ha vinto il talent show e, da li, la sua carriera musicale sembrava essere decollata. Per poi interrompersi bruscamente. Michele racconta che, subito dopo la vittoria, ti si apre un periodo d’oro, tra collaborazioni e singoli. Poi, d’improvviso, tutto finisce. Nel suo caso, furono proprio gli addetti ai lavori a decretare “la morte” della sua carriera. Per Michele non è stato facile sentirsi dire a 20 anni, “la tua carriera è finita”.

Il mio capo mi disse: “A 20 anni, sei morto”

“Mi sono affidato a persone che hanno sparso le loro taniche di benzina sulla mia vita e hanno dato fuoco a tutto. Avevo 18 anni quando ho vinto il talent ed ero completamente impreparato al dopo. Non rinnego il talent ma è stata la gestione del dopo ad essere complessa. Tiziano Ferro ti scrive una canzone, Giorgia vuole duettare con te, io ero lusingato. Ma la verità è che dovevo trovare ancora una mia identità artistica e nessuno mi ha aiutato. E se il tuo capo ti dice “sei finito, sei morto”, e tu hai 20 anni, è come per un bambino sentire dalla mamma che il suo disegno fa schifo. Ci credi”.

L’analisi dopo il talent: “Dovevo metabolizzare la sconfitta”

Michele, dopo X-Factor è andato in analisi. Doveva ridimensionare il senso di sconfitta, scindere il prodotto commerciale dalla sua persona. E’ andato a vivere con un coinquilino e ha seguito i consigli di Tiziano Ferro: smettere di piangersi addosso e agire. Sulle voci che corrono sulla sua presunta omosessualità, dice:  “Ormai ci scherzo su e dico che mi sono fidanzato con il mio cane. La verità è che devo imparare ad amare ancora me stesso prima di affidarmi a qualcuno. Non mi dà fastidio quando mi chiedono se sono gay, sono fortunato, ho un pubblico rispettoso. Ci sono cose che per ora tengo per me: finché non sei pronto a raccontare una cosa, e nel modo che senti giusto, è meglio non parlarne”.

Argomenti