Il futuro della musica live è nel drive in?

Il futuro della musica live è nel drive in?

Il drive in per salvare la musica live: ecco la nuova proposta che potrebbe salvare i concerti nei prossimi mesi in questi tempi di Coronvirus.

Il futuro della musica live? Il drive in. Potrebbe sembrare uno scherzo, ma invece è una proposta lanciata seriamente da alcune aziende del settore dei concerti per salvare un mercato che rischia di perdere entro la fine della stagione estiva 350 milioni di euro.

Per sconfiggere il pericolo del Coronavirus, Utopia Srl, Zoo srl, Italstage e 3D Unfold hanno ideato il progetto Live Drive In, un festival Covid Safety-Frist che possa garantire al pubblico di non rinunciare ai concerti, ma di parteciparvi in una modalità davvero unica.

Live Drive In: il futuro dei concerti

Intervistato da Fanpage.it, Giancarlo Sforza, fondatore di Utopia, ha parlato ampiamente di questo progetto che è già pronto a partire, non appena ci sarà l’ok delle amministrazioni.

Concerto

Ma come funzionerebbe la musica live nei drive in? Lo spiegano le associazioni in una nota: “Il format del passato viene rimodulato in una declinazione del tutto nuova, quasi completamente a impatto zero grazie all’utilizzo di generatori ad energia rinnovabile, bagni auto-igienizzanti e materiali ecosostenibili“.

Un’idea che servirebbe a far ripartire la filiera del cinema, del teatro e della musica live, che oggi mette in ginocchio più di 300mila lavoratori. Perché, spiegano gli ideatori, ad oggi l’unica certezza è che bisogna ripartire. Un altro mese di blocco potrebbe infatti avere effetti deflagranti.

Come funziona il live drive in

Per garantire la sicurezza, il progetto prevede che una volta arrivati gli spettatori possano sottoporsi a un controllo sanitario. Inoltre, dovrà essere garantita la presenza di un solo nucleo familiare nella singola automobile.

Ma a livello economico sarebbe possibile sostenere un progetto del genere? Spiega Sforza: “Queste arene, per poter avere un ritorno interessante, sono immaginate per poter restare attive per almeno quattro mesi, pensiamo a un periodo più lungo, un noleggio a lungo termine. In un momento in cui è tutto fermo, i noleggi e i fornitori sarebbero disponibili a prezzi competitivi e in più ci stiamo muovendo con grandi aziende per poter sponsorizzare queste aree. Poi ci sarebbe bisogno di un aiuto a livello territoriale, il tutto per cercare di schiacciare tutti i costi di allestimento“.

Al momento al progetto avrebbero aderito i comuni di Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna, Napoli, Verona, Catania, Genova, Bari, Cagliari, Cosenza, Mantova, Avellino, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Lido di Camaiore, Olbia, San Benedetto del Tronto e Palermo. Un’idea che sembra folle, ma che potrebbe salvare la vita a un mercato in gravissima crisi.