Da da High Hopes a Miss Jackson, le più belle canzoni della discografia dei Panic! at the Disco, progetto solista del cantante e musicista Brendon Urie.
Formati nel 2004 a Las Vegas da Brendon Urie (voce), Ryan Ross (chitarra solista), Spencer Smith (batteria) e Brent Wilson (basso), i Panic! At the Disco ha faticato a trovare un posto nella scena musicale di Las Vegas. Tuttavia, dopo essersi messi in gioco, inviando una demo a Pete Wentz dei Fall Out Boy, hanno subito firmato un contratto con la sua etichetta discografica, Fueled By Ramen Decay Dance. Anche se ancora non si erano esibiti dal vivo, la band è stata esaltata da Went in ogni occasione, esplodendo sulla scena musicale nel 2005 con il loro album di debutto di grande successo, intitolato A Fever You Can’t Sweat Out.
Panic at the Disco, le canzoni più amate
Iniziamo la nostra lista, citando il brano High Hopes, contenuto nel sesto album in studio della band, intitolato Pray for the Wicked, pubblicato nel 2018. La canzone è diventata, sin da subito, molto popolare, facendo il giro delle radio di tutto il mondo. Si tratta di una canzone, dalla melodia orecchiabile e coinvolgente che, però, lancia un messaggio preciso, secondo quanto dichiarato da Brandon Urie: “Ho passato troppo tempo a non impostare le mie aspettative abbastanza in alto, preoccupato di come sarebbe stato il fallimento. Ho raggiunto un punto in cui mi sono reso conto che dovevo mirare in alto e fallire, fallire, fallire per continuare a crescere. Questo è per tutti voi che mi avete aiutato a fare tutto questo. Vi ringrazio“.
Il video di High Hopes:
Passiamo, poi, a I Write Sin’s Not Tragedies. Senza dubbio il brano più famoso della band, questo secondo singolo di Fever è una canzone sull’infedeltà e il tradimento, raccontati attraverso una storia che prende piede al matrimonio di una coppia. La traccia inizia con uno splendido riff di clavicembalo, a cui presto si unisce la voce di Urie: tuttavia, dopo che il tradimento della sposa è stato rivelato, gli elementi rock entrano in gioco.
Il video di I Write Sin’s Not Tragedies:
Procediamo con Nine in the Afternoon. Molti temevano che i Panic! at the disco abbandonassero l’iconico punto esclamativo del loro nome per il secondo album Pretty. Odd del 2008: un’azione che avrebbe potuto annunciare un brusco cambiamento nel loro suono, e queste preoccupazioni sono state poco confortate dall’uscita di questo primo singolo.
Il video di Nine in the Afternoon:
Nine in the Afternoon è il più lontano possibile dalle canzoni di A Fever You Can’t Sweat Out. Mentre il lavoro precedente della band era pungente, cinico e pieno di riferimenti oscuri, Nine in the Afternoon era una canzone non ironica, ma genuinamente piacevole.
Miss Jackson e Emperor’s New Clothes
Passiamo, poi, a Miss Jackson, primo singolo dal quarto album della band Too Weird to Live, Too Rare to Die! del 2013 che è stato ispirato da una frase iconica della canzone Nasty di Janet Jackson e i suoi testi si riferiscono al passato donnaiolo di Urie. Questa è una delle poche tracce dei Panic at the Disco che presenta un cantante come ospite e, sebbene non proprio necessaria, la piacevole voce di Lolo fornisce un ottimo contraltare alla voce più mascolina e robusta di Brendon.
Il video di Miss Jackson:
Infine, citiamo Emperor’s New Clothes, terzo singolo di Death of a Bachelor del 2016, è una canzone frenetica, dall’atmosfera un po’ inquietante, ma – allo stesso tempo – divertente che si lega al testo della canzone. Questo è un brano orecchiabile e atmosferico e, come per la maggior parte del lavoro dei Panic! at the disco, è meravigliosamente cinematografico, estremamente evocativo e sfacciatamente sfumato di oscurità.
Il video di Emperor’s New Clothes: