Le canzoni che hanno raccontato il Muro di Berlino

Le canzoni che hanno raccontato il Muro di Berlino

Il 9 novembre 1989 il Muro di Berlino veniva buttato giù. Un evento epocale che segnò la fine di una divisione che non aveva riguardato solo la capitale tedesca, bensì il mondo intero.

Un abbattimento al quale parteciparono, metaforicamente o concretamente, anche molte delle rockstar più famose, per cui quel muro era sempre stato il simbolo degli orrori prodotti dai genitori e culminati nella tragedia della Seconda guerra mondiale e le sue infauste conseguenze.

Per ricordare un evento che ha cambiato per sempre le sorti del nostro mondo, andiamo ad ascoltare alcune delle canzoni ispirate direttamente o indirettamente al Muro.

Il Muro di Berlino e David Bowie

Berlino si lega indissolubilmente alla vita artistica di David Bowie. Proprio nella capitale tedesca, e in particolare nella sua parte Ovest, il Duca Bianco visse per diversi anni dalla metà del decennio Settanta, recuperando energia e forze per uscire dalla crisi che lo aveva attanagliato.

Frutto di questo periodo è la cosiddetta trilogia berlinese, formata dagli album Low, Heroes e Lodger. Simbolo eterno di questo terzetto è il brano che dà il nome al secondo album. Un pezzo storico, scritto insieme a Brian Eno, che racocnta la storia d’amore di due persone divise da quell’infame Muro.

Il Duca Bianco nel 1987 tenne uno storico concerto a Berlino, a pochi metri dal Muro, raccogliendo dietro l’incombente colata di cemento centinaia di fan tedeschi che vivevano nella parte Est della città, ma che non volevano perdersi un live di tale portata. “Noi salutiamo tutti i nostri amici che sono dall’altra parte del Muro“, affermò durante il concerto in tedesco David, prima di esibirsi sule note proprio di Heroes. Una picconata simbolica a quel Muro che, in quegli anni, sembrava divenuto più anacronistico che mai.

La Wrecking Ball di Bruce Springsteen contro il Muro di Berlino

Altro artista che giocò un ruolo importante nella demolizione fu il Boss, un emblema (ma critico) della cultura americana e del mondo occidentale. Il 19 luglio 1988 Springsteen tenne un concerto autorizzato a Berlino Est, sorvegliato dall’esercito.

Davanti a circa 300mila fan in estasi, Bruce pronunciò un discorso entrato nella storia della musica: “Non sono venuto qui per cantare a favore o contro alcun governo, ma soltanto per suonare del rock and roll, nella speranza che un giorno tutte le barriere possano essere buttate giù“. Il tutto in un tedesco non particolarmente pulito, come quello di Bowie, ma abbastanza chiaro da essere comprensibile per tutti i presenti. Subito dopo, cantò Chimes of Freedom, mandando in visibilio il pubblico:

I Pink Floyd di The Wall: Roger Waters contro il Muro

21 luglio 1990: il muro era stato abbattuto da diversi mesi, ma l’ex Pink Floyd Roger Waters decise di ricostruirlo temporaneamente per buttarlo giù di nuovo, ovviamente sulle note delle canzoni simbolo dell’album The Wall.

Roger Waters

Perché se è vero che quel disco era uscito nel 1979, dieci anni prima della caduta del Muro, Roger aveva sempre ripetuto che le sue canzoni avrebbero potuto essere suonate dal vivo solo dopo l’abbattimento reale del mostro di cemento. Per celebrare la caduta, Waters avrebbe voluto invitare amici come Peter Gabriel, Eric Clapton, lo stesso Bruce Springsteen, ma nessuno fu arruolabile.

Così, nel celebre concerto del 1990 unirono le forze all’ex leader dei Pink Floyd artisti come Bryan Adams, The Band, Marianne Faithfull, Cyndi Lauper, Joni Mitchell, Van Morrison e i tedeschi Scorpions. E fu comunque un successo.

Di seguito il video di Another Brick in the Wall:

Il vento del cambiamento degli Scorpions

E a proposito degli Scorpions, la band hard rock più famosa della Germania, non è possibile non ricordare Wind of Change, la splendida ballad composta nel 1989 da Klaus Meine ispirato dai cambiamenti nell’Europa dell’Est.

Una canzone scritta prima dell’abbattimento del Muro ma divenuta universalmente il simbolo della riunificazione della Germania:

L’Italia canta il Muro di Berlino

Ovviamente, anche nel nostro paese non mancò chi venne ispirato dal Muro. Ad esempio Lucio Dalla, che ne parlò nel brano Futura. In un’intervista, il cantautore bolognese affermò di aver buttato giù il testo quando, un giorno a Berlino, si sedette su una panchina al Check Point Charlie, il punto di passaggio tra Berlino Est e Berlino Ovest, per fumare una sigaretta.

Venne raggiunto nello stesso momento da Phil Collins, che con i Genesis era a Berlino per un concerto. Il batterista si sedette su una panchina accanto alla sua e iniziò a fumare a sua volta. Lucio, che era sempre stato un loro fan, avrebbe voluto conoscerlo, ma qualcosa lo fermò. Non voleva rompere la magia del momento.

Rimasero così, ognuno sulla propria panchina, per mezz’ora, e in quella mezz’ora l’artista buttò giù il testo di Futura, che parla della storia d’amore tra un uomo e una donna di Berlino Est e Ovest che sognano di avere una figlia, il cui nome sarà appunto Futura.