Non solo Martin Garrix e gli U2: tutti gli altri inni nella storia degli Europei

Non solo Martin Garrix e gli U2: tutti gli altri inni nella storia degli Europei

Dal 1992 a oggi: la storia di tutti gli inni dei campionati Europei di calcio organizzati dall’UEFA.

Gli inni dei Mondiali di calcio organizzati dalla FIFA sono diventati talvolta delle vere hit. A dare il via alla ‘moda’ fummo proprio noi italiano, con le ‘notti magiche’ del 1990, firmate da Giorgio Moroder, Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Ma come dimenticare pezzi storici come La vida loca di Ricky Martin e Waka Waka di Shakira. Meno fortuna hanno avuto, finora, gli inni degli Europei di calcio organizzati dall’UEFA. Nel 2021 a spezzare la monotonia sono stati Martin Garrix con Bono e The Edge degli U2, autori di quella We Are the People già finita al centro delle polemiche in Italia per una certa somiglianza con Ringo Starr dei Pinguini Tattici Nucleari. Ma quali sono state le canzoni simbolo dei precedenti campionati di calcio? Rinfreschiamoci la memoria.

Martin Garrix

Tutti gli inni degli Europei di calcio

Ad aprire le danze furono Towe Jaarnek e Peter Jöback con la loro More Than a Game, per l’edizione degli Europei di Svezia 1992, quella storica rimasta nell’immaginario ocllettivo per il sorprendente trionfo della Danimarca. Artista famosa in patria per essere arrivata seconda al Melodifestivalen del 1991, Towe collaborò con un attore e cantante celebre per aver partecipato a uno dei musical scritti dagli ABBA. Una scelta bizzarra che non pagò del tutto. Riascoltiamola insieme:

Nel 1996 ci si spostò in Inghilterra e, si sa, gli inglesi sono tra i padri della moderna musica pop rock. La scelta nell’edizione più british degli Europei ricadde sui Simply Red, che proposero la loro We’re in This Together. Stavolta però Mick Hucknall e compagni non riuscirono a fare centro. Basti pensare che negli stadi venne cantata con molta più frequenza Three Lions di Lightning Seeds e dei comici Baddiel e Skinner.

Europei condivisi nel 2000. A unire le forze furono Belgio e Olanda, che scelsero di farsi accompagnare da una colonna sonora degli E-Type (eh sì, sembra il nome di un’auto), Campione 2000. Gli E-Type erano una formazione dance svedese specializzata in hit (?) eurodance come quelle che tanto andavano di moda tra fine Novanta e inizi Duemila. Ma nonostante le vibrazioni tipicamente dance della canzone, anche stavolta le classifiche rimasero tutto sommato indifferenti a un pezzo debole e paravento.

Di fatto il primo vero brano di successo (discreto) degli Europei fu Força di Nelly Furtado, per la competizione portoghese del 2004. La popstar canadese di origine lusitana riuscì a ottenere buoni risultati in alcune classifiche europee, come quella tedesca, ma a posteriori è ancora oggi un pezzo da oltre 6 milioni di ascolti su Spotify.

Di star in star, nel 2008 le cose si fecero ancora più serie con Enrique Iglesias. Il celebre figlio d’arte regalò la sua Can You Hear Me agli Europei di Austria e Svizzera. Un brano pop dance fin troppo raffinato per il palato dei suoi fan, che si sarebbero attesi qualcosa di più latineggiante, alla stregua appunto del brano di Ricky Martin per i Mondiali. Ad ogni modo, il buon Iglesias si tolse le sue soddisfazioni, conquistando il numero 1 in Olanda.

2012, Europei di Polonia e Ucraina. Cosa c’è di meglio rispetto a una cantante tedesca di origini martinicane per rappresentare i due Stati dell’est europeo. Oceana Mahlmann aveva fatto breccia nel cuore dei polacchi nell’edizione locale di Ballando con le stelle. In virtù di quell’amore, la proposero per la composizione dell’inno, Endless Summer. Un brano molto estivo e dance, in grado di issarsi fino al numero 2 anche in Italia.

E si arriva così in anni più recenti a This One’s for You di David Guetta e Zara Larsson per gli Europei in Francia. E in questo caso si è andati sul sicuro. Guetta, star francese dal respiro internazionale, diede alla giovanissima Zara la possibilità di farsi conoscere in tutto il mondo, e il successo del pezzo fu tale da rendere il brano uno dei più ascoltati ancora oggi.

Ultimo ma non ultimo il brano di Martin Garrix con Bono e The Edge degli U2. We Are the People, al di là delle sterili polemiche tutte italiche per un presunto plagio, si è guadagnato fin dalla vigilia della manifestazione, slittata al 2021, il il plauso di radio e pubblico. Resterà nella memoria come un successo o sarà l’ennesimo flop in salsa musical-calcistica?

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