Grooveshark una delle prime piattaforme di musica in streaming chiude.
Mentre si attende il lancio della nuova piattaforma di Itunes “Beats”, a giugno è previsto il rilascio, top star americane si uniscono (non proprio tutte) nella piattaforma Tidal di Jay-Z, e Spotify con Deezer incamerano introiti incredibili, Grooveshark, tra le prime piattaforme ad offrire contenuti musicali in streaming è costretta a chiudere i battenti.
Il servizio, come si legge sulla home page del suo sito web, ha definitivamente perso le battaglie legali contro le tre più grandi Major del settore, Warner, Universal e Sony.
Sulla Home Page del sito appare scritto quanto segue: “Ci scusiamo perché non siamo riusciti ad assicurare le licenze ai detentori di diritti per l’ampia quantità di musica disponibile” sulla piattaforma, prosegue ammetendo gli errori fatti.
L’accordo tra Grooveshark e le tre major prevede non solo la chiusura del sito e delle app, ma anche la cancellazione della musica offerta dai database. La piattaforma nel 2009 venne accusata di aver condiviso illegalmente circa 5mila brani. Se Grooveshark avvesse continuato a restare live avrebbe dovuto risarcire alle major la somma di 736 milioni di dollari. Da qui l’accordo per la chiusura definitiva. La Riaa, l’associazione dell’industria discografica americana, ha affermato che questa “è una grande vittoria per gli artisti e per l’intera industria musicale”.
Grooveshark era stato lanciato negli Usa nel 2007 da due studenti dell’Università della Florida, Sam Tarantino e Josh Greenberg. Il meccanismo della piattaforma rese possibile la condivisione dei brani preferiti rendendoli fruibili ad altri utenti. Il successo di Grooveshark fu incredibile tanto da raccogliere 35milioni di utenti.