Grateful Dead: tutto quello che c’è da sapere sulla band che ha fatto la storia

Grateful Dead: tutto quello che c’è da sapere sulla band che ha fatto la storia

Il movimento hippie, le droghe psichedeliche, ma soprattutto la musica rock sono gli ingredienti fondamentali per la nascita di una delle più importanti band musicali della storia: i Grateful Dead.

Sono gli anni 60 ed è appena scoppiata la Summer of Love: il periodo di eventi in cui migliaia di giovani sostenitori di pace, amore e libertà si riuniranno per dar vita a una rivoluzione culturale senza precedenti con epicentro il distretto di Haight-Ashbury, San Francisco. È in questo clima che prende vita la storica band The Grateful Dead.

I Grateful Dead: gli album

Il morto riconoscente: questa la traduzione del nome del gruppo, scelta a caso estraendo le prime due parole uscite da un dizionario. I Grateful Dead si esibiscono inizialmente in California con il nome di Warlocks, per poi trasferirsi a San Francisco e distinguendosi nel panorama artistico tra gruppi come i Jefferson Airplane e Carlos Santana.

Strumenti musicali

Band dalle grandissime capacità tecniche, i Grateful Dead vengono considerati gruppo di punta per la virtuosa capacità di combinare elementi del Rock, del Blues e del Jazz all’esperienza allucinogena provocata dall’assunzione di LSD.

Il primo album, l’omonimo The Grateful Dead, esce nel 1967 ma non raccoglie grandissimo successo di pubblico, e la band stessa non si dice contenta della riuscita del disco. A seguire, nel 1968, esce Anthem of Studio, lavoro molto più elaborato e considerato dalla critica come un disco rivoluzionario, ciò nonostante la band si dice poco soddisfatta anche di questo lavoro.

L’anno successivo escono quelli che verranno considerati due dei più grandi capolavori della storia: Aoxomoxoa e Live/Dead. Il secondo, oltre a contenere l’incredibile versione di Dark Star di 23 minuti, segna la fine di un’era e dagli anni a seguire si avrà la svolta country-folk dello storico gruppo, con i due album 1970 Workingman’s Dead e American Beauty.

A seguire i Grateful Dead prendono una pausa dalle scene e tornano nel 1975 con Blues for Allah e Steal Your Face. Ma il vero cambiamento si ha nel 1978 con Shake Down Street, un album che riprende lo stile della disco music accostandosi di più alle tendenze del momento, quelle del panorama musicale anni ’80 con i Bee Gees gruppo di punta.

Lo scioglimento del gruppo

Dopo il primo mutamento di formazione con l’abbandono del batterista Mickey Hart nel 1971, nella band subentrano i coniugi Godchoux, pianista lui e corista lei. Ma gli anni ’80 rappresentano l’inizio della fine per i Grateful Dead: ai Godchoux subentra Brent Mydland e viene pubblicato l’ottimo Go to the heaven.

Nel 1990 muore Mydland a causa di un’overdose, fatto che getterà profondo sconforto nei membri della band. Ma il 1995 sarà l’anno decisivo per il già molto provato gruppo: muore anche Jerry Garcia, storico leader dalla band, colpito da un infarto mentre si trova in una clinica per disintossicarsi dalla dipendenza di sostanze. La morte del chitarrista, che già aveva cercato di disintossicarsi nel 1986, periodo nel quale oltretutto collabora nei live dell’amico Bob Dylan, sancisce per sempre la fine dei Grateful Dead.

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