Gigi D’Alessio ha messo in guardia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito musicale: “Perderemo tutta la creatività”.
L’intelligenza artificiale sta progressivamente trovando la sua strada in molti settori, inclusa l’arte e la musica, sollevando questioni e dubbi sulle potenziali conseguenze di un’utilizzo su larga scala di questa tecnologia. Recentemente, Gigi D’Alessio, rinomato cantautore napoletano, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo all’impatto dell’IA sulla musica, evidenziando la sua paura di una perdita di creatività e originalità nel campo.
Gigi D’Alessio: le sue parole sull’IA
Intervenuto in collegamento video al seminario ‘Musica e Intelligenza Artificiale: Opportunità, rischi e la sfida nella regolamentazione‘ che si è tenuto nella sede del Ministero della Cultura, Gigi D’Alessio ha detto: “Se avrò una macchina che lavora al posto mio vuol dire che io non farò nulla, non imparerò nulla. Lo sappiamo bene“.
Poi ha aggiunto: “La macchina non ha mai espresso emozioni. L’intelligenza artificiale non è altro che un recipiente in cui ci sono tutti i contenuti da cui si tira fuori – e parlo del mio settore – una canzone. Secondo me questa non è una cosa bella. Che fine faranno i Mogol, i Migliacci, i Baglioni, autori che hanno scritto canzoni che cantiamo tutti e che stanno nel nostro Dna?”.
La perdita della creatività
Per il cantante partenopeo uno dei rischi maggiori legati all’utilizzo massiccio di tale tecnologia è la progressiva perdita di creatività da parte degli esseri umani. “La macchina non ha occhi, la macchina non ha sangue nelle vene, non sa che cosa è il battito del cuore quando si scrive una canzone.” – ha spiegato l’artista – “E’ un po’ questo il problema. Io sono uno che ha dedicato la vita alla musica, ho studiato dieci anni di Conservatorio con sacrifici“.
“Le macchine” – conclude D’Alessio – “dobbiamo usarle e non farci usare da loro. Questo è il mio pensiero e parlo a nome di tutti gli autori, di tutti i musicisti. Io faccio un discorso soprattutto da musicista: la creatività verrà meno e avremo tutti i prodotti uguali. Addirittura le case discografiche potranno anche non investire sugli artisti facendo dei dischi con l’intelligenza artificiale. Quindi a noi rimarrà solo il live, ma perderemo tutta la creatività“.