Ghali attacca i rapper che non si espongono su Willy: “Fa comodo restare ambigui”

Ghali attacca i rapper che non si espongono su Willy: “Fa comodo restare ambigui”

Ghali torna a parlare dell’omicidio di Willy, il ragazzo pestato a morte da quattro italiani, e punta il dito contro l’ipocrisia della scena rap e del mondo della musica in Italia.

Ghali punta il dito contro una parte della scena rap italiana e più in generale del mondo della nostra musica. Il trapper di origini tunisine, dopo aver chiesto giustizia per Willy, il ragazzo di 21 anni ucciso a Colleferro attraverso un pestaggio, ha attaccato tutti quei colleghi che non si sono esposti su questa drammatica vicenda: “Tutto a posto? Avete delle cose più importanti da comunicare?“.

Ghali contro la scena rap italiana per il caso Willy

In un momento in cui tutto è praticamente fermo, Ghali non riesce a rendersi conto di come sia possibile che non tutti abbiano voluto esprimersi sulla tragedia che ha coinvolto Willy. Il punto è questo: per il trapper c’è troppa ipocrisia, e sono in molti a mettere Black Lives Matter sui social per moda, salvo poi non esporsi quando un fatto di tale gravità capita così vicino.

Ghali

Le accuse di Ghali sono durissime: “Dagli addetti ai lavori alle security degli artisti con tatuaggi fascisti o cose simili, fa sempre comodo restare ambigui sulla violenza. Quando si viene interpellati diventa: eh, ma è un mood, un viaggio, è arte. Io in realtà intendo il contrario, racconto quello che vedo e voglio fare capire alla gente che è una strada sbagliata. Sempre ambigui perché fa comodo“.

Ghali attacca i rapper italiani

Con Black Lives Matter si sono tutti fiondati a pubblicare quadrati neri. Perché fa moda, perché tutto il mondo lo pubblica e quindi dobbiamo farlo anche noi. Senza poi dargli significato, senza muoversi effettivamente in quella direzione“, ha aggiunto l’artista di origini tunisine. Su Willy invece no, molti si sono trincerati dietro un rumoroso silenzio. Questa la conclusione sdegnata del trapper: “Le cose sono due: o non ve ne frega niente, oppure siete molto simili a quei ragazzi. Oppure siete in un ambiente simile a quello. Perché nel rap succede questo, è così“.

Di seguito le riflessioni del cantante di Good Times: