Il figlio di Gigi D’Alessio si difende dalle accuse: “La mia colf? L’ho trattata come una madre”

Il figlio di Gigi D’Alessio si difende dalle accuse: “La mia colf? L’ho trattata come una madre”

Claudio D’Alessio, figlio di Gigi, si è difeso dalle accuse della sua ex colf, che lo ha denunciato per maltrattamenti.

Claudio D’Alessio ha maltrattato la sua ex colf? Assolutamente no. Anzi, per lui era come una madre. Lo ha dichiarato in un’intervista a Fanpage.it lo stesso figlio di Gigi D’Alessio, che si è difeso dalle accuse della sua ex colf. Negli ultimi giorni è tornato infatti in auge l’episodio del 2014, denunciato un paio d’anni fa dalla donna alla polizia di Fondi, in provincia di Latina. La versione dei fatti di Claudio è molto differente da quella raccontata dall’ex collaboratrice domestica, a sua volta accusata di voler solo guadagnare dei soldi!

Figlio Gigi D’Alessio si difende dalle accuse

Non sono mai stato accusato di schiavitù, non esiste questa accusa“, ha specificato in prima battuta il figlio del noto cantuatore partenopeo nel corso della sua intervista. E non è vero nemmeno che è stato lui ad aggredire la sua ex colf. Tra i due, secondo Claudio, non ci sarebbe stata alcuna colluttazione.

Gigi D’Alessio

“L’unica cosa che ho fatto è stata strapparle una sedia dalle mani dopo che l’aveva sollevata per lanciarla a me e Nicole, e lei è caduta“, spiega il ragazzo, che ha affermato che l’intera storia è stata montata dall’ex colf per un livido dietro al braccio che la donna si sarebbe procurata da sola. Il tutto solo per avere un risarcimento più alto.

La versione di Claudio D’Alessio

Problemi? Maltrattamenti? Schiavitù? Nulla di tutto ciò sarebbe mai avvenuto nel loro rapporto. Anzi, Claudio sottolinea come non l’abbia trattata bene, ma come una madre: “C’era molto affetto nei suoi confronti, abbiamo festeggiato insieme il suo compleanno con torta e champagne e spesso regalavo i miei vestiti al figlio“.

L’uomo ha quindi raccontato come sarebbe nata la loro collaborazione lavorativa. Avendo bisogno di una colf, aveva chiesto un consiglio a un amico, che le aveva indicato questa donna. Per venirle incontro, sbagliando, aveva accettato di assumerla in nero per farle percepire ancora la disoccupazione. Una volta assunta, la fece vivere non in soffitta, ma in un attico con camera da letto, angolo cottura e privacy totale. Per diverso tempo le cose sono andate bene. Poi lei ha conosciuto un uomo e tutto è cambiato, fino a quella fatidica notte, con le due versioni della vicenda che divergono completamente. Starà al giudice stabilire chi abbia ragione e chi torto.