Fedez, chiesta l’archiviazione per Tu come li chiami: non c’è vilipendio dei Carabinieri

Fedez, chiesta l’archiviazione per Tu come li chiami: non c’è vilipendio dei Carabinieri

La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il caso di Tu come li chiami: la canzone del rapper non contiene un vilipendio dell’arma dei Carabinieri.

Fedez se la cava: la sua canzone Tu come li chiami non contiene alcun vilipendio dell’arma dei Carabinieri! A un anno dalla denuncia subita da parte di un ex colonnello in congedo, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per il caso relativo alla canzone del rapper, un brano molto vecchio, risalente al mixtape B.C.P.T. del 2010, assente addirittura da piattaforme come Spotify. All’interno della canzone l’artista si esprimeva così: “Carabinieri o militari, io li chiamo infami, tutti quei figli di cani, tu come li chiami“.

Chiesta l’archiviazione per il caso Tu come li chiami di Fedez

La denuncia nei confronti di Fedez era arrivata poco dopo il celebre discorso del Primo Maggio del rapper milanese, che aveva scatenato le ire della Lega. Nel mese di luglio l’associazione Pro Territorio e Cittadini Onlus, guidata dal colonnello in congedo Roberto Colasanti, si era quindi mossa per mettere alle strette il rapper, reo di aver scritto una canzone, Tu come li chiami, appunto, contenente vilipendio delle forze armate e istigazione a delinquere.

Fedez

Stando a quanto riferito da AdnKronos, la Procura della Repubblica di Milano ha però chiesto l’archiviazione per questa denuncia, con la motivazione che nel brano sono presenti non i connotati del vilipendio ma quelli della critica aspra e della provocazione, penalmente non rilevanti.

La reazione dei Carabinieri

La richiesta di archiviazione non ha trovato però arrendevole l’ex colonnello Colasanti, che ha espresso grande rammarico per il giudizio della procura e preoccupazione per il messaggio che una sentenza di questo tipo potrebbe far passare. Secondo Colasanti significherebbe, infatti, riconoscere aree di impunità che non possono essere tollerate in uno Stato di diritto.

Molto meno articolata, ma sulla stessa lunghezza d’onda, la reazione del generale Tullio Del Sette, ex comandante dell’Arma. Interpellato da AdnKronos ha infatti commentato: “Non mi meraviglia più di tanto, come d’altronde, ormai da qualche tempo, le proposte di alcuni magistrati“. Caso chiuso? La sensazione è che la battaglia andrà avanti ancora a lungo.

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