51 anni di Hunky Dory: qualche curiosità sull’album di David Bowie

51 anni di Hunky Dory: qualche curiosità sull’album di David Bowie

Hunky Dory fu pubblicato il 17 dicembre 1971: ecco qualche curiosità e cenni storici sul quarto album di David Bowie.

David Bowie aveva già quattro anni di carriera e tre album alle spalle quando ha pubblicato Hunky Dory, album pubblicato il 17 dicembre 2021, contribuì a rinsaldare la sua leggenda. L’album precedente, The Man Who Sold the World, degli anni ’70, iniziò la costruzione del mito. Il vero lavoro iniziò un anno dopo e quella trasformazione fu il risultato di una serie di primati per Bowie: il primo album per la sua nuova etichetta, RCA, il primo album di Bowie prodotto da Ken Scott; il primo album a includere la band che divenne Spiders From Mars, nonché e il primo album a includere un mix di pop, glam, arte e folk avvolto in una posa ambisessuale che avrebbe definito l’artista.

David Bowie

David Bowie, l’album Hunky Dory compie 51 anni

In un certo senso, Hunky Dory è stato un passo indietro rispetto ai limiti hard rock che Bowie introdusse nella sua musica in The Man Who Sold the World. A differenza dell’LP omonimo del 1969 (in seguito ribattezzato Space Oddity) e, in una certa misura, del suo debutto ossessionato dal music-hall del 1967, il quarto album del poliedrico artista si concentrò su un personaggio malleabile che non era né gay né etero, maschio o femmina, né rock’n’ roll né qualcos’altro. Il video di Changes:

Bowie iniziò a lavorare all’album nell’estate del 1971, ma lui e la sua band scrissero più di una dozzina di canzoni in tre mesi, 11 delle quali – tutte scritte da Bowie tranne una traccia che fu aggiunta all’ultimo minuto – furono inserite nel disco pubblicato durante le ultime settimane dell’anno. La traccia di apertura, Changes, diede il tono all’album, così come al resto della lunga carriera di Bowie.

Le tracce dell’album

Le migliori tracce dell’album – Changes, Oh! You Pretty Things, Life on Mars?, Quicksand e Queen Bitch – permisero a Bowie di dipingere il ritratto di un artista che non poteva essere etichettato perché lui stesso non aveva idea di chi o cosa fosse in quel momento. È qualcosa con cui ha lottato per tutta la sua carriera, sia che inseguisse Ziggy Stardust nella galassia o che segnasse il suo destino nel suo ultimo album, Blackstar.

Hunky Dory non ha reso Bowie una star, ma lo ha fatto notare. Ci è voluto il successo clamoroso di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars l’anno successivo affinché l’album arrivasse a un pubblico più vasto. Dopo Ziggy e una ristampa della canzone del 1969 Space Oddity, Life on Mars? raggiunse la posizione numero 3 nel Regno Unito.

Decenni dopo la sua uscita, Hunky Dory suona come l’album in cui Bowie inizia a diventare Bowie. Tale lavoro discografico, infatti, ha raccolto e modellato i testi e i temi musicali che lo hanno caratterizzato nel corso degli anni a venire. Le origini di Ziggy Stardust possono essere ascoltate nelle canzoni di quest’album. Ecco la tracklist di Hunky Dory:

Lato A

  • Changes
  • Oh! You Pretty Things
  • Eight Line Poem
  • Life on Mars?
  • Kooks
  • Quicksand

Lato B

  • Fill Your Heart
  • Andy Warhol
  • Song for Bob Dylan
  • Queen Bitch
  • The Bewlay Brothers