Blues: la storia, le origini, i cantanti più importanti del genere musicale che ha influenzato gran parte della musica pop del Novecento e oltre.
Tutto inizia col blues. Nella storia della musica occidentale, e in particolare del cosiddetto pop, ovvero la musica leggera, il blues recita un ruolo fondamentale. Basti pensare che dagli anni Sessanta a oggi, questo genere ha influenzato e dato vita a molti dei generi e sottogeneri ancora oggi più passati in radio: rhythm and blues, rock and roll, hard rock, hip hop e altri ancora.
Ma chi ha inventato il blues? Quali sono le sue origini? Perché è diventato così importante e quali sono stati i suoi principali esponenti? Andiamo a scoprire insieme una breve storia del blues, per poter comprendere meglio la sua rilevanza a livello culturale.
Blues: la storia, le origini
Partiamo dal nome. Qual è il significato di blues? Pare tutto derivi dall’espressione ‘to have the blue devils‘, ‘avere i diavoli blu‘, una perifrasi per indicare uno stato di tristezza e agitazione. Il primo accostamento della parola blues alla musica arrivò verso la fine del 1700, quando il termine venne utilizzato per indicare un ballo di coppia lento. Solo dopo la guerra di secessione, ma probabilmente a inizio Novecento, l’espressione servì per indicare la musica triste diffusa tra la popolazione afroamericana.
E proprio tra la popolazione afroamericana va ricercata l’origine del genere, e in particolare tra gli ex schiavi del Sud degli Stati Uniti. Ma va detto che le origini del genere, come per molte altre espressioni musicali, sono oscure e poco documentate.
Pare che la più antica traccia musicale simile al blues risalga ai primissimi anni del Novecento. Antenati del blues sono indicati generalmente nello spiritual (che si rivolgeva però esclusivamente al rapporto tra uomo e Dio, mentre il blues denota fin da subito una tematica più ampia).
Ma molte delle caratteristiche attuali del blues, a partire dall’uso delle cosiddette blue notes, risalgono direttamente dalla musica africana, in particolare a quella islamica dell’Africa Centrale e Occidentale. Il primo bluesman di cui si ricorda il nome e di cui si ha una registrazione discografica è Daddy Stovepipe, nato nel 1867, un ‘one man band’ capace di suonare diversi strumenti costruiti da sé. Questa la sua Sundown Blues:
La forma standard del genere in dodici battute arrivò più tardi, a Novecento inoltrato, e apparve nelle comunità afroamericane del Mississippi e nelle orchestre bianche di New Orleans. In quei luoghi, culla del jazz, il blues si sviluppò e si formò strutturalmente, influenzato ovviamente dal jazz ma anche influenzando a sua volta il jazz. Tra gli anni Venti e Trenta furono tanti gli esponenti che riuscirono a farsi un nome nel Sud degli Stati Uniti, ma la loro opera è andata in gran parte perduta.
Nel corso degli anni, il blues si è diviso in vari stili: nelle grandi città si è elettrificato, creando quegli eroi ancora oggi celebrati dai più grandi artisti del rock; nelle campagne si è unito al country tradizionale; entrando in contatto con soul e musiche ritmate ha dato vita al rhythm and blues, e molto più tardi all’hip hop.
Blues: cantanti ed esponenti principali
La leggenda del blues inizia con due figure particolarmente misteriose, seppur in maniera diversa: Skip James e Robert Johnson. Il primo fu uno dei bluesman delle origini di maggior talento, ma la sua fortuna arrivò solo negli anni Sessanta, dopo trent’anni di silenzio e di ritiro dalla musica. Più affascinante la storia di Robert Johnson, un musicista rimasto nella leggenda per essere diventato straordinario dopo aver fatto un patto col diavolo.
Sua la celebre Crossroad:
Il bluesman moderno per antonomasia, maggior interprete del cosiddetto Chicago blues, è stato Muddy Waters. Autore di pezzi fondamentali come I’m Your Hoochie Coochie Man e Rolling and Tumbling, è stato uno degli artisti più influenti per gruppi rock come Yardbirds e Rolling Stones.
L’altro pilastro del genere nel secondo Novecento è stato B.B. King, forse il più famoso bluesman di tutti i tempi. Cresciuto nei campi di cotone, divenne famoso dagli anni Cinquanta in poi grazie al suo stile unico, emotivamente inarrivabile, e al suo rapporto sanguigno con Lucille, la sua celeberrima chitarra. Ha vinto ben 14 Grammy nella sua carriera. Ma più che i premi, quel che rimane della sua leggenda è il lascito. Basti pensare all’alternanza tra parti soliste e cantato, o all’uso del vibrato, diffuso in tutto il mondo proprio da lui. Tra i suoi successi c’è To Know You is to Love You:
Ma di grandi bluesman se ne ricordano anche tanti altri: John Lee Hooker, Willie Dixon, Elmor James, Howlin’ Wolf, Buddy Guy, Albert King, Sonny Boy Williamson, il re dell’armonica. Tra gli eroi elettrici c’è poi chi ha fuso il blues e il rock come nessun’altro in passato e nel futuro: John Mayall, Jimi Hendrix, Eric Clapton (principale artista del cosiddetto British blues), Stevie Ray Vaughan, re del Texas blues, Gary Moore, signore dell’Irish blues, fino ad artisti più recenti come Joe Bonamassa e Gary Clarke Jr.