Born in the USA: qualche curiosità sullo storico album di Bruce Springsteen

Born in the USA: qualche curiosità sullo storico album di Bruce Springsteen

Born in the U.S.A è stato l’album più apprezzato di Bruce Springsteen: scopriamo insieme qualche curiosità sull’iconico lavoro discografico del Boss.

Dopo 36 anni e oltre 15 milioni di copie vendute, i fan non ne hanno ancora abbastanza di Born in the U.S.A di Bruce Springsteen.

L’iconico lavoro discografico funge da settimo album in studio per il Boss, che lo pubblicò nel lontano 1984.

Born in the U.S.A rappresenta un vero e proprio cambiamento importante per il cantautore che abbraccia – nei brani che lo compongono – un ritmo nuovo, estroverso e decisamente incalzante.

Le canzoni, infatti, sono orecchiabili e radio-friendly, tanto che – ben sette contenute nell’album – scalano la Top 10 della Billboard: parliamo di Dancing in the Dark, Cover Me, B ora in the U.S.A, I’m on Fire, Glory Days, I’m Goin’ Down e My Hometown.

Scopriamo insieme qualche curiosità su questo album che ha rappresentato il maggior successo commerciale del cantautore e musicista di Long Branch.

Bruce Springsteen, qualche curiosità sull’album Born in the U.S.A

La famosa title track è stata registrata per la prima volta acusticamente, contemporaneamente al resto del materiale dell’album Nebraska del 1982.

Il video di Born in the U.S.A:

https://www.youtube.com/watch?v=lZD4ezDbbu4

Questa versione è stata tenuta da parte fino al 1998, quando è stata inserita in Tracks, cofanetto di avventure e rarità di Bruce.

Sebbene Born in the U.S.A sia stato scritto dal punto di vista di un veterano del Vietnam che fatica a reintegrarsi nella società, molti hanno considerato la canzone un inno pro-USA, tra cui Ronald Reagan e Walter Mondale, che lo hanno utilizzato durante la campagna presidenziale del 1984.

In quel momento entrambi hanno inserito Bruce nei loro discorsi e, nelle varie occasioni, Springsteen e il suo management hanno dovuto prendere le distanze da tali campagne.

Sebbene il Boss esitasse a mostrare qualsiasi affiliazione politica al momento della pubblicazione dell’album, una traccia dell’album sarebbe diventata politicamente significativa 20 anni dopo.

Parliamo di No Surrender che divenne la canzone portante della campagna di John Kerry nella sua fallito tentativo presidenziale del 2004 e Bruce si esibì persino in una manifestazione in Ohio.

Cover Me fu scritta – originariamente – per Donna Summer. Tuttavia, il manager di Springsteen, Jon Landau, gli consigliò di tenerla per sé. Un buon consiglio, dato che la canzone è stata pubblicata come singolo e ha raggiunto la posizione numero 7 nella classifica di Billboard.

Annie Leibovitz ha scattato la foto inserita sull’iconica copertina dell’album: alcuni fan pensavano che Springsteen stesse effettivamente urinando sulla bandiera, ma lo negò in un’intervista del 1984 rilasciata a Rolling Stone.

Bruce Springsteen, curiosità su Dancing in the Dark, Glory Days e My Hometown

Verso la fine della registrazione dell’album, Landau ha insistito sul fatto che mancasse ancora un singolo di successo infallibile.

Dopo una discussione, tra i due pare che Bruce tuonò: “Se ne vuoi un altro, lo scrivi“. La frustrazione di Springsteen lo portò a inventare Dancing in the Dark.

Il brano raggiunge la posizione numero 2 nella classifica Billboard ed è tuttora il più grande successo di Springsteen.

Brian De Palma ha diretto il video di Dancing in the Dark. Nella clip, viene mostrata un giovane Courteney Cox che dà il via ad alcune mosse di danza molto imbarazzanti, ma meno noto è il fatto che il video è stato diretto dal regista, solo un anno dopo l’uscita del suo capolavoro, Scarface.

Il video di Glory Days è stato girato a Hoboken. Nel filmato ci sono persino veri baristi che – all’epoca – lavoravano da Maxwel.

Per l’album sono state registrate più di 70 canzoni. Una di queste era intitolata Pink Cadillac che, però., è passatqa al B-side a favore di Dancing in the Dark.

Quattro anni dopo, la traccia è stata coverizzata da Natalie Cole, che l’ha trasformata in una hit da top 10.

Il Boss ha usato la sua vecchia casa per My Hometown. Il singolo, pubblicato nel 1985, presentava Bruce fuori dal cortile della sua vecchia casa al 39 ½ Institute St., Freehold, NJ.

L’abitazione è – tuttora – esistente e attira molti turisti e fan.

Bruce Springsteen