Nel corso del concerto milanese al Teatro Carcano, Arisa ha annunciato di volversi fermare tra un anno per avere un figlio.
Il desiderio di diventare mamma potrebbe indurla ad una pausa “professionale”: Arisa lo ha confessato nel corso del concerto milanese del Teatro Carcano, con parole che non lasciano spazio ad alcun dubbio. “L’amore è l’unica cosa importante nella vita. Tra un anno mi fermo, voglio diventare mamma”. Arisa ha infatti chiuso la sua performance con una parentesi privata: tra l’altro nella stessa serata ha anche presentato il suo fidanzato Lorenzo, e a lui ha dedicato una canzone. Poi la confessione, la voglia di mettere su famiglia, di avere un figlio, di diventare mamma sacrificando però concerti ed esibizioni, per amore della maternità.
Le frecciatine ai critici
Non sarebbe un concerto di Arisa senza qualche frecciatina da parte della cantante nei confronti di alcuni critici. Come quando a causa di qualche problema tecnico, l’artista ha detto: “Domani, nelle vostre recensioni su Facebook, scriverete che sono un disastro?”.
Al Teatro Carcano di Milano si è registrata la prima tappa del tour di Arisa, “Una voce per l’estate tour”, per il quale sono previste le tappe del 29 luglio a Santa Margherita Ligure e del 31 luglio all’interno della stagione musicale I Suoni dal Monviso Sanfront, Colle di Gilba – Pian Pilun. Il 3 agosto, invece, Arisa sarà a Roma, a Villa Ada.
Lo sfogo su Vanity Fair
Di recente Arisa si era sfogata prima su Facebook e poi su Vanity Fair, anche a causa dell’esclusione dai Wind Music Awards o dal Concertone di Radio Italia a Milano. Alla rivista aveva detto: “Voglio farmi vedere, esibirmi, essere con gli altri artisti, partecipare alla vita musicale del Paese. Forse è vanità, non lo so. Ma so che la mia vita non è una passeggiata e che impegnandomi così tanto voglio poter vedere i frutti di quell’impegno. Per un certo periodo mi sono sentita molto vicino a Mia Martini. Non come artista perché lei è irraggiungibile, ma sotto l’aspetto dell’esclusione perché anche lei, come me, non era ovunque e avrebbe meritato di appartenere di più al pubblico”.