Antonello Venditti parla della musica al tempo del Coronavirus: le dichiarazioni del cantautore in un’intervista a La Repubblica.
Antonello Venditti torna a far sentire la propria voce. Già alcuni giorni fa, alla vigilia del Primo Maggio, l’artista romano aveva lanciato un appello ai suoi colleghi per passare una giornata in silenzio in segno di protesta.
Appello che è rimasto inascoltato. Ma il cantautore non ha cambiato idea, e anzi ha ribadito come la musica debba far valere il proprio ruolo culturale in questo momento più che mai. Ecco il suo sfogo in un’intervista a La Repubblica.
Antonello Venditti e la musica nell’estate del Coronavirus
Quella del 2020 sarà un’estate senza concerti. O almeno senza grandi eventi. Il nuovo decreto prevede infatti che dal 15 si possa tornare a fare musica dal vivo, ma con un pubblico massimo di 1000 persone all’aperto e 200 al chiuso. Al riguardo, Venditti sembra avere le idee chiarissime:
“Un’estate senza musica è impossibile. Sarà un tempo senza grandi concerti, ma la musica è come l’aria, non si può fermare. Io stesso non escludo di far qualcosa, magari con un pubblico ristretto. La verità è che il Coronavirus è un’occasione anche per ripensare la dignità culturale che la musica non riesce proprio a ottenere in questo paese“.
L’artista ha quindi puntato il dito contro l’eccessiva presenza di alcuni colleghi in tv e sui social in questi giorni. Anche lui ha suonato molto, conferma Venditti, ma solo una volta sui social. Per il resto del tempo da solo, a casa, per se stesso. “Ci siamo ritrovati attaccati a un pc o a un telefonino“, ha sentenziato l’artista, che proprio non vuol sapere di rinunciare alla nostra umanità.
Antonello Venditti risponde al presidente Conte
Negli scorsi giorni aveva fatto molto rumore nel mondo dello spettacolo la leggerezza con cui il presidente Giuseppe Conte aveva parlato degli artisti come “quelli che ci fanno divertire e appassionare“.
A tal proposito, Venditti ha scelto di rispondere così:
“Siamo diventati ‘artisti che fanno divertire’. Insomma gente con un hobby che non fa nulla dalla mattina alla sera. Ma la musica è cultura e lavoro, è gente che monta palchi, che suona dai pianobar alle arene. Muti e Bocelli mi scaldano l’anima ma certo non mi fanno ridere“.
E tornando alle scelte dei propri colleghi ha aggiunto che serviva coraggio a dire no all’invito a cantare in situazioni improprie. Lui lo ha fatto, e per un motivo ben preciso: mandare un messaggio a chi di dovere. Spiega il cantautore romano: “L’Iva sui concerti e sui cd è sempre alta, è più bassa persino per il porno. E mi rende orgoglioso la scelta di Assomusica di fermarsi per il 2020“.
Di seguito il video di Unica: